Debutto alle Olimpiadi 2024 di Parigi da dimenticare per Steven van de Velde, che prima è stato preso di mira dal pubblico durante la gara di beach volley contro l’Italia e poi ha incassato la sconfitta. Il giocatore olandese è stato fischiato perché nel 2016 era stato condannato a 4 anni di carcere per aver violentato sessualmente una bambina di 12 anni due anni prima, quando lui aveva 19 anni. Dalle indagini è emerso che aveva iniziato a parlare con la 12enne sui social (Facebook, Skype e Snapchat) quasi ogni giorno per alcuni mesi: inizialmente pensava che lei avesse 16 anni, ma anche quando la ragazza gli rivelò la sua vera età, Van de Velde non interruppe i contatti.



Anzi, il 2 agosto 2014 si imbarcò su un volo per incontrarla di persona: dall’aeroporto di Luton, prese un taxi fino a Milton Keynes, la città dove lei viveva e dove hanno avuto incontri sessuali. Prima di tornare in Olanda, Van de Velde le consigliò di prendere la pillola del giorno dopo, perché non aveva usato la contraccezione. Il personale di una clinica di pianificazione familiare allertò la famiglia della ragazza e la polizia a causa della sua età.



Van de Velde ha scontato 13 mesi di carcere, di cui 12 in Gran Bretagna, prima di essere trasferito in Olanda in base a un trattato tra i due Paesi: la sua pena è stata riformulata in patria, perché la legge in materia di sesso con minori è meno severa di quella inglese, ed è stato rilasciato all’inizio del 2017.

STEVEN VAN DE VELDE: “NON SONO UN MOSTRO”

Dopo essere uscito di prigione, ha rilasciato un’intervista al quotidiano olandese Algemeen Dagblad in cui ha dichiarato: «Sono stato bollato come un mostro, come un pedofilo. Non è così, non lo sono affatto». Invece, in un’intervista un anno dopo il suo rilascio, attribuì lo stupro alla sua condizione di adolescente: «Non posso fare marcia indietro, quindi devo portarne le conseguenze. È il più grande errore della mia vita», raccontò a Nos.



Il suo nome, comunque, è ancora presente nel registro dei criminali sessuali del Regno Unito. Dopo questa vicenda ha ricostruito la sua vita e la sua carriera sportiva: dal 2017 gareggia per l’Olanda sulla scena internazionale e nel 2022 ha sposato una giocatrice tedesca di beach volley che ha anche studiato come agente di polizia e da cui ha avuto un figlio di due anni.

LA BUFERA PER LA PARTECIPAZIONE ALLE OLIMPIADI 2024

Rape Crisis England & Wales quando ha appreso la notizia che Steven van de Velde avrebbe partecipato alle Olimpiadi 2024, ha definito «scioccante» la sua presenza, mentre Survivors Trust, un gruppo con sede nel Regno Unito che sostiene le vittime di violenza sessuale, ha dichiarato in un comunicato che la sua partecipazione è un «ulteriore avallo della scioccante tolleranza che abbiamo nei confronti degli abusi sessuali sui minori».

Ma la Federazione Internazionale di Pallavolo si è difesa, spiegando che non poteva costringere l’Olanda a escludere il giocatore di beach volley, visto che aveva ottenuto regolarmente la qualificazione. D’altra parte, per consentirgli di rappresentare l’Olanda ai Giochi di Parigi, il Comitato olimpico olandese aveva acconsentito che restasse fuori dal villaggio degli atleti e non parlasse con i media, che gli avrebbero chiesto della sua condanna per aver violentato una ragazzina di 12 anni.

DALL’OLANDA: “HA SCONTATO LA SUA PENA”

Il Comitato olimpico olandese e la Federazione Olandese di Pallavolo a The Athletic hanno precisato che il giocatore di beach volley era stato incluso nella squadra «dopo un’attenta considerazione» e che aveva «costantemente soddisfatto» i loro standard. Nella sua dichiarazione, il Comitato olimpico olandese ha affermato che Van de Velde meritava una seconda possibilità, poiché aveva dimostrato di essere «cresciuto e di aver cambiato positivamente la sua vita». Anche se «gli eventi di allora erano molto gravi», sono cambiate molte cose: «Steven ha scontato la sua pena e ha completato un ampio programma di riabilitazione con professionisti specializzati, tra cui il servizio di libertà vigilata. Gli esperti hanno concluso che non c’è alcun rischio di recidiva».

Michel Everaert, direttore generale della Federazione olandese di pallavolo, ha dichiarato che «si sta dimostrando un professionista e un essere umano esemplare e non c’è stato motivo di dubitare di lui dal suo ritorno». La federazione di pallavolo ha aggiunto che «quando Van de Velde si guarda allo specchio ora, vede un uomo maturo e felice, sposato e padre di un bellissimo figlio».