Fedez sta attraversando un periodo davvero complicato dal punto di vista della salute e di recente ha confidato di essere stato da uno psicoterapeuta per superare la depressione e di aver provato anche le stimolazioni transcraniche. Di cosa si tratta? A spiegarlo ai microfoni di Vanity Fair è stato lo psichiatra Marco Bortolomasi, coordinatore dell’equipe medica della Casa di Cura Villa Santa Chiara di Quinto, in provincia di Verona. «Il termine tecnico è Stimolazione transcranica a corrente diretta (transcranial Direct Current Stimulation – tDCS) e rientra nei casi di neuromodulazione cerebrale, a cui appartengono tutte quelle tecniche di stimolazione che modificano l’attività dei circuiti cerebrali», afferma il medico che poi aggiunge: «Si utilizza un piccolo dispositivo che trasmette una scarica elettrica di bassissima intensità, 1-2 milliAmpere, attraverso due elettrodi formati da due piccole spugne che si applicano sulla testa. La corrente passa in modalità continua da un elettrodo all’altro e durante tale passaggio influenza l’attività elettrica dei circuiti cerebrali che incontra nel suo tragitto».
L’effetto che produce qual è? «Questa tecnica ha una funzione neuromodulatrice, ovvero va a modulare la parte sinistra del cervello – rappresentata dalla corteccia prefrontale sinistra – che, secondo le ipotesi sulla depressione, è ipoattiva, ovvero è quella dove sembra che risiedano gli squilibri più evidenti che portano a tali sbalzi di umore». Le stimolazioni transacraniche possono essere utilizzate anche per altri disturbi: «Le indicazioni principali riguardano il suo impiego per disturbi di ansia, dolore cronico e riabilitazione post ictus. Associata però alla psicoterapia è una metodica che può aiutare anche nella depressione. Si tratta peraltro di una tecnica molto semplice e con una preparazione adeguata questi dispositivi possono essere utilizzati anche in modo autonomo».
STIMOLAZIONI TRANSCRANICHE, IL MEDICO: “NESSUNO RISCHIO ERRORE”
In ogni caso non c’è alcun rischio errore: «Si tratta di device di ultima generazione “programmati“ a livello di tempi e intensità. Rilasciano piccole scariche che il paziente spesso non sente nemmeno. In molti centri europei dove si pratica la neuromodulazione vengono concessi anche per l’esecuzione autonoma della terapia». La terapia non ha una durata prestabilita ma varia a seconda della diagnosi: «Un mese, due o altro. In linea generale, la terapia si esegue due volte al giorno per 20 minuti, un paio di volte alla settimana».
Le stimolazioni transcraniche sono molto efficaci nel curare l’ansia e i disturbi mentali per cui serve un approccio integrato, ed inoltre non presentano effetti collaterali: «Assolutamente no – conclude il medico soffermandosi sulla cura a cui si sta sottoponendo Fedez – non è invasiva ed esistono vari studi sulla sua efficacia nella cura delle depressione in particolare, sebbene non così corposi come possono avere altre tecniche di neuromodulazione più invasive come la stimolazione magnetica ripetititiva o la TEC. Queste metodiche di elettromodulazione cerebrale erano già impiegate in neuropsichiatria soprattutto negli anni ‘70, sebbene poi, con l’avvento degli psicofarmaci ci sia stata una riduzione. Adesso stanno ritornando in auge, grazie anche a un supporto tecnologico molto più sosfisticato».