L’aumento degli stipendi nel 2023 è rimasto al di sotto della soglia dell’inflazione. Un andamento negativo che conferma la dinamica osservata già ad inizio anno. Infatti, le retribuzioni, pur essendo cresciute ad un ritmo mai visto prima, non sono riuscite a tenere il passo con i tassi inflazionistici. Quindi il risultato finale è stato tutt’altro che positivo, perchè nonostante le maggiorazioni il potere d’acquisto è rimasto basso. Un’analisi del Sole 24 Ore mostra l’indagine dell’osservatorio WTW, a dimostrazione del fatto che la crescita non è stata sufficientemente adeguata perchè, pur con aumenti medi del 3,8% se si considera l’inflazione al 5,7% in realtà la retribuzione è scesa del 1,9%.



In particolare le maggiorazioni più significative sono state nel settore assicurativo e marketing, specialmente per dirigenti ed impiegati, mentre quelle minori risultano nei settori manufatturieri e automotive. Con leggera flessione positiva sul totale dei dipendenti per le lavoratrici donne. Ma sono aumentati anche i bonus fissi, come premi di produzione e altri incentivi legati alla produttività.



Aumento stipendi, nel 2024 si recupera il potere d’acquisto

Secondo le stime dell’osservatorio WTW, anche se dai dati rilevati nel 2023, gli stipendi interessati dagli aumenti non hanno raggiunto una soglia tale da aumentare il potere di acquisto a causa dei tassi di inflazione, nel 2024 le prospettive sono positive. La previsione per i lavoratori dipendenti è quella di un recupero del potere di acquisto che salirà a +1,5%. Questo grazie alle iniziative di molte aziende che hanno deciso di aumentare alcune quote fisse delle retribuzioni, proponendo ai dipendenti premi ed incentivi.



Come ad esempio le agevolazioni per gli asili nido per le famiglie con figli, le carte carburante e i buoni pasto. Ma anche considerando i bonus del governo per limitare l’impatto dell’aumento dei prezzi e soprattutto il rinnovo concordato di molti contratti collettivi nazionali. Il settore con più forti possibilità di crescita sarà quello bancario, con un aumento medio, dopo rinnovo, di circa 435 euro.