Cinque giorni di lavoro al mese e uno stipendio da 15mila euro: chi non firmerebbe per un posto così? Spiacenti: qualcuno ha già firmato. Si tratta dei parlamentari italiani che anche durante la quarantena da coronavirus hanno continuato a ricevere i loro stipendi anche se a marzo e aprile (causa lockdown) non hanno praticamente lavorato. La somma di tutti gli stipendi dei deputati e dei senatori fa qualcosa come 27 milioni di euro. Da qui la provocazione, ma nemmeno più di tanto, da parte di Filippo Roma de Le Iene Show: perché non distribuire quei soldi per dare una mano agli italiani in difficoltà? Certo questa cifra non basterà a risolvere i problemi di una crisi economica e sociale che si configura come drammatica, ma di certo rappresenterebbe un segnale di buona volontà che i cittadini non potrebbero far altro che apprezzare.
STIPENDI DEI PARLAMENTARI A CHI HA BISOGNO?
Filippo Roma, inviato de Le Iene, ha cercato di intercettare alcuni politici per sapere cosa ne pensassero di devolvere i loro incassi agli italiani in difficoltà. Matteo Salvini e Renato Brunetta, anticipa il portale del programma, hanno tirato dritto davanti alla proposta della Iena. Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia invece ha replicato: “Io non mi vergogno, perché ho contribuito a un fondo per l’ospedale di Bergamo, le forze dell’ordine e le forze armate”. La leader del suo partito, Giorgia Meloni, ha manifestato la propria disponibilità all’iniziativa, anche se ha paura di una cosa: “Mi volete far linciare dal Parlamento italiano”. Favorevoli anche i grillini Bonafede, Toninelli e Buffagni, nonché Vittorio Sgarbi, che però precisa: “I miei stipendi vanno ai miei figli e alle cause, faccio fatica ad arrivare a fine mese: verrò alla mensa de Le Iene!”. Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia (Pd) dichiara: “L’idea mi piace ma conosco alcuni che lo fanno e non lo dicono”. Andrea Orlando, vicesegretario Pd, dice: “Non ho niente in contrario, lo sto già facendo. Quanto ho dato? Non lo ricordo esattamente. Siamo molto privilegiati”. Maurizio Lupi (Gruppo misto) e Ettore Rosato (Italia Viva) difendono invece il fatto di lavorare comunque tutti i giorni.