Stojanka Joksimovic è la penultima vittima attribuita al Mostro di Udine, ma solo in via ipotetica. Verrà uccisa nel settembre dell’84, cinque anni prima del delitto di Marina Lepre che in qualche modo riaprirà le indagini e accenderà di nuovo le luci sul serial killer che imperversa nelle campagne del Friuli. Il caso è tra l’altro il penultimo collegato al terribile mostro: dopo uno stop di due anni dall’omicidio della Lepre, il killer colpirà ancora una volta e si accanirà contro il corpo di Nicla Perabò. Il caso della Joksimovic tuttavia sottolinea un crescendo della ferocia dell’assassino, dato ch enello stesso anno ed a distanza di pochi mesi, verranno uccise in tuto tre donne. Almeno secondo i dati certi, visto che il mistero continua ancora oggi ed è stato al centro di numerosi approfondimenti non solo da parte della stampa. Basti pensare all’inchiesta svolta da Chi l’ha visto otto anni fa, quando si pensava ad un’imminente soluzione dei casi. Anche in questa triste vicenda è possibile trovare dei collegamenti con le vittime precedenti e successive. Stojanka infatti, ricorda L’Ora, ha 42 anni al momento della sua morte e risiede ad Udine da meno di dieci anni, dopo aver trascorso la maggior parte della sua vita in Jugoslavia. Come già accaduto nel caso di Maria Bucovaz, uccisa nel maggio precedente, anche questa nuova vittima verrà strangolata con una calza di nylon.



Stojanka Joksimovic, madri e facili prede del Mostro di Udine

Madri e facili prede: sono queste le caratteristiche base che accomunano il caso di Stojanka Joksimovic e tutti gli altri attribuiti al Mostro di Udine. La 42enne di origine slava infatti aveva un figlio di appena otto anni, più o meno la stessa età della figlia della maestra Marina Lepre, che oltre vent’anni dopo il delitto consegnerà a Chi l’ha visto la sciarpa con cui è stata uccisa la donna. Una sorta di evoluzione della calza di nylon che verrà invece usata per strozzare Stojanka ed alcuni mesi prima Maria Bucovaz. Il suo corpo verrà ritrovato nella periferia di Udine, vicino alla discarica di San Gottardo: l’autopsia rivelerà la presenza di alcune ferite alla schiena, all’orecchio sinistro e in prossimità del seno, ma superficiali rispetto a quelle che il serial killer ha inferto ad altre vittime. Anche Stojanka era comunque una donna che si aggirava da sola lungo la notte udinese, specifica Il Gazzettino, una preda facile per chiunque volesse farle del male. Vittima forse di se stessa ed ai margini della società, sola ed in qualche modo già condannata dall’opinione pubblica, per via di quella cecità che spesso rende invisibili emarginati come la Joksimovic.

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