Jens Stoltenberg chiede di inviare più armi all’Ucraina, ma soprattutto di consentirle di colpire la Russia sul suo territorio, eppure nell’intervista all’Economist si mostra consapevole del rischio di un’escalation. Il segretario generale della NATO ritiene necessario «evitare che questa guerra diventi una vera e propria guerra tra la Russia e la NATO in Europa», ma proprio le sue parole rappresentano un rischio di allargamento del conflitto. Invece, continua a ribadire che l’Alleanza Atlantica fornirà «addestramento, armi e munizioni» a Kiev, senza essere direttamente coinvolti in operazioni di combattimenti. «Quindi, è una cosa diversa». Stoltenberg boccia anche la proposta di Emmanuel Macron: il presidente della Francia aveva suggerito di mandare soldati in Ucraina. «Non è questo il piano… Non abbiamo alcuna intenzione di inviare truppe di terra della NATO in Ucraina, perché il nostro scopo… è stato duplice: sostenere l’Ucraina, come facciamo, ma anche garantire che non ci sia un’escalation in un conflitto su larga scala».
Nell’intervista all’Economist, il leader della NATO si è soffermato anche sulla questione dell’adesione dell’Ucraina, confermando che resta una prospettiva remota. Il suo piano è quello di garantire che quando la guerra con la Russia sarà finita e i confini dell’Ucraina saranno definiti, il Paese sia tecnicamente pronto a diventare un membro, ma questo vuol dire soddisfare degli standard, come avvenuto con Finlandia e Svezia, che prima hanno soddisfatto gli standard operativi, poi hanno dovuto superare le obiezioni di Turchia e Ungheria.
DALL’ADESIONE DELL’UCRAINA ALLA NATO AGLI ATTACCHI INFORMATICI
La chiave, secondo Jens Stoltenberg, è garantire che le istituzioni di difesa e sicurezza dell’Ucraina soddisfino gli standard della NATO, in modo che «quando ci saranno le condizioni giuste, possano diventare membri molto rapidamente». Dovrebbe essere relativamente semplice per Kiev soddisfare i requisiti tecnici, visto che l’arsenale è sempre più composto da armi di standard NATO e le sue forze vengono addestrate con metodi dell’Alleanza Atlantica, ma il segretario generale vuole che la NATO abbia un ruolo molto più importante nel coordinamento dell’assistenza alla sicurezza e nell’addestramento. Il riferimento è al “Gruppo Ramstein“, alleanza di 56 Paesi che si sono riuniti per aiutare l’Ucraina e che verrebbe salvaguardato anche in caso di rielezione di Donald Trump negli Stati Uniti, stando a quanto precisato dall’Economist.
Il problema per l’Ucraina, riguardo l’adesione alla NATO, è soddisfare le richieste politiche di tutti i membri, visto che l’adesione funziona all’unanimità. Ed è questo il motivo per il quale l’Ucraina potrebbe non entrare nell’Alleanza Atlantica per molti anni. I membri sarebbero obbligati, in base all’articolo 5, a intervenire in loro difesa in caso di attacco. A tal proposito, Stoltenberg nell’intervista avverte la Russia che anche gli attacchi informatici potrebbero rientrare nell’articolo 5, nel caso in cui si rivelino gravi. «Se c’è un’entità… allora possiamo far scattare l’articolo 5 e rispondere in ambito cibernetico, ma anche in altri campi per proteggere gli alleati della NATO».