LA PROMESSA (SENZA DATA) DELL’UCRAINA NELLA NATO E I PROSSIMI PASSI: “DEVONO ESSERE D’ACCORDO TUTTI”

L’Ucraina membro effettivo della NATO si farà ma una vera e propria “data di scadenza” ancora manca: la visita del segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg a Kiev dal Presidente Volodymyr Zelensky (con tappa poi anche in Parlamento con tanto di bandiere NATO esposte) ha ribadito la vicinanza dell’Occidente verso il popolo invaso dalla Russia ormai due anni e mezzo fa. Secondo Stoltenberg il posto giusto dell’Ucraina è comunque nella NATO e per questo «diventerà membro della Nato. Il lavoro che stiamo intraprendendo ora vi mette su un percorso irreversibile verso l’adesione alla Nato».



In un quadro geopolitico sempre più complesso tra i conflitti ad est dell’Europa e in Medio Oriente, il ruolo della NATO è tutt’altro che semplice da codificare: dopo lo sblocco di finanze e risorse da Usa e Ue verso Kiev, l’Alleanza Atlantica fa il punto direttamente con i vertici del Governo ucraino per pianificare i prossimi mesi di guerra. Detto che la Russia «deve capire che non può vincere e non può aspettare che ci stanchiamo», Stoltenberg ha sottolineato come gli alleati occidentali hanno già da tempo concordato «di pianificare un maggiore ruolo della Nato nel coordinamento dell’assistenza alla sicurezza e all’addestramento per l’Ucraina». Secondo il n.1 (in scadenza) della NATO serve poi anche un piano finanziario pluriennale per sostenere a lungo raggio Kiev: detto ciò, ha ammesso ancora Stoltenberg nel suo discorso pubblico nella capitale ucraina, «per prendere quella decisione abbiamo bisogno che tutti gli alleati siano d’accordo. Abbiamo bisogno del consenso, non della maggioranza, in realtà dell’accordo di 32 alleati. Non mi aspetto di raggiungere questo accordo entro il vertice di luglio».



ZELENSKY REPLICA A STOLTENBERG A KIEV: “INVIO DELLA RMI SIA PIÙ RAPIDO

Il segretario NATO ha poi ammesso che negli scorsi mesi non sempre gli alleati hanno mantenuto quanto promesso in termini di aiuti concreti all’Ucraina: prima del maxi piano di aiuti, gli Stato Uniti stessi «hanno trascorso mesi senza concordare un pacchetto per l’Ucraina e gli alleati europei non hanno consegnato la quantità di munizioni promessa». Stoltenberg sembra dunque accettare le critiche mosse in queste settimane da Zelensky nei confronti degli alleati, riconoscendo che la mancanza di aiuti ha provocato gravi conseguenze sul campo di battaglia: in particolare, «La mancanza di una linea di difesa aerea ha reso possibile che più missili russi colpissero gli obiettivi».



Tutto però è destinato a cambiare secondo il segretario generale con i 61 miliardi di dollari sbloccati dagli Usa, assieme al pacchetto di aiuti Uk e pure i più “ridotti” sostegni europei: «Ora la nostra responsabilità è garantire che questi annunci si trasformino in consegne reali, consegne fisiche o armi e munizioni, il più presto possibile». Poco prima infatti era stato il Presidente Zelensky a lamentare come due dei tre punti fondamentali dell’aiuto NATO all’Ucraina sono spesso venuti meno in questi mesi di guerra: «La stabilizzazione del fronte, il potere del nostro esercito, la presa dell’iniziativa, lo svolgimento di azioni controffensive: tutto ciò dipende da tre punti principali». Il primo punto riguarda le finanze e gli aiuti concreti sbloccati verso l’Ucraina, il secondo punto per Zelensky è invece la consegna tempestiva delle armi, mentre l’ultimo riguarda «ciò che arriverà esattamente in Ucraina».

È importante che la consegna delle armi sia più rapida, tuona in conclusione il Presidente ucraino, «più veloce sarà l’invio più potremo stabilizzare l’Ucraina»; in pronta risposta, Stoltenberg ha spiegato come a breve l’Australia fornirà 4 sistemi di difesa aerea per il corto raggio mentre il resto dell’Alleanza si concentra sui missili Patriot e sulle munizioni, non smentendo l’ipotesi di un fondo da 100 miliardi di dollari per l’Ucraina per gli aiuti a lungo periodo. Per il segretario NATO resta però la promessa ribadita ad un Zelensky parso irritato: «facciamo tutto il possibile per assicurarsi che gli annunci si trasformino in consegne il più rapidamente possibile, perché il tempo conta, ogni giorno conta. Dobbiamo essere onesti e dobbiamo renderci conto che, quando non consegniamo, quando ritardiamo le forniture, è una questione di vita o di morte». La “profezia” finale di Stoltenberg è che la guerra in Ucraina vede scenari molto difficili e complessi, con la Russia che al momento sta vincendo, ma «non è troppo tardi perché l’Ucraina prevalga su Mosca».