Alla fine non si è deciso nulla oggi e si è rinviato a prossime riunioni il “nodo” della quarantena: il Comitato Tecnico Scientifico non ha preso alcuna decisione sull’eventualità di ridurre i giorni di isolamento domiciliare per la mancanza di una unanimità tra i vari componenti sulla decisione importante di 7-10 giorni di quarantena e non più due settimane. Secondo quanto riportato da Adnkronos Salute, gli esperti del Cts hanno valutato «il documento francese e la risposta degli Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattia, alla Germania, secondo cui accorciando la quarantena potrebbe sfuggire una piccola percentuale di casi di Covid». Date queste premesse, gli esperti del Governo hanno valutato di dover effettuare nuovi approfondimenti e confronti con altri Paesi nelle prossime settimane. Il viceministro della Salute Sileri ha spiegato a La7 oggi di aver fatto pervenire una sua proposta al Cts sul tema della quarantena: «Ridurre a 7 o 10 giorni la quarantena. E tampone obbligatorio alla fine. pero che venga accolta questa proposta». Se da un lato bisogna mantenere le misure di sicurezza fino all’arrivo del vaccino, dall’altro – conclude Sileri – «dobbiamo essere in grado di anticipare soluzioni e agire in tempo». Il Cts ha indirizzato la discussione sulla possibilità dei 10 giorni di quarantena ma al momento, valutando la riapertura delle scuole e l’andamento attuale della pandemia, si ritiene orientata la possibilità di mantenere a 14 giorni il tempo prefissato, con doppio tampone negativo che permane come criterio.
PROPOSTA SU STOP A DOPPIO TAMPONE
Nel giorno in cui il Comitato Tecnico Scientifico dovrà decidere se eventualmente ridurre la quarantena da Covid-19 a 10 giorni e non più 14, gli scienziati del Patto Trasversale della Scienza (Pts) richiedono al Governo, al Ministero della Salute e allo stesso Cts di poter cambiare il criterio per definire la fine del contagio. «In Italia un paziente Covid-19 viene considerato contagioso finché per due volte il tampone dia esito negativo, con conseguenze spesso paradossali per la durata della quarantena», spiega il Pts nell’appello lanciato alle autorità sanitarie e politiche nazionali. L’Organizzazione mondiale della sanità «ha abbandonato questo criterio ormai da tempo, denunciano gli scienziati raccolti nel Pts, «in base ad una crescente e ormai consolidata evidenza scientifica: il periodo di contagiosità, che inizia circa 48 ore prima della comparsa di sintomi, ha il suo picco nei primi giorni, per poi calare rapidamente e sostanzialmente annullarsi entro 10 giorni». Al contrario, la positività al tampone può rimanere anche per settimane senza però avere di fatto una particolare contagiosità dell’individuo positivo.
OGGI IL CTS DECIDE SU QUARANTENA A 10 GIORNI
Da queste evidenze scientifiche la Francia spinge per ridurre la quarantena a 7 giorni (anche se l’Oms ha frenato in tal senso parlando di dati ancora incerti) e la stessa Italia con il Cts oggi valuterà l’ipotesi di ridurre a 10 giorni, con la possibilità di uscire da casa in attesa del secondo tampone negativo dopo la prima decina di giorni in quarantena (ipotesi fatta dal viceministro della Salute Pierpaolo Sileri). «Il timore di venire isolati senza un termine temporalmente definito costituisce un pericoloso incentivo al nascondimento dei propri sintomi per chi si ammala, oltre che all’utilizzo dell’App di tracciamento», spiegano ancora gli scienziati nell’appello al Governo. «Vi chiediamo – si legge nella missiva fatta pervenire anche alla stampa dal presidente Pts Guido Poli – di sostituire il criterio del doppio tampone negativo con quello indicato nelle nuove direttive Oms, riducendo a 10 giorni il periodo di malattia per Covid-19 (più 3 giorni senza sintomi, nel caso ve ne fossero) e abbandonando l’uso del tampone di controllo». Le ragioni sono principalmente 3: la prima riguarda l’effettiva contagiosità che si annulla di norma dopo 10 giorni; la seconda ragione riguarda la ripresa economica del Paese che necessita la produttività di persone troppo spesso costrette a casa senza alcun sintomo e pericolosità di contagio. Infine, spiegano dal Pts, «il timore di venire isolati senza un termine temporalmente definito costituisce un pericoloso disincentivo alla segnalazione dei propri sintomi per chi si ammala e all’utilizzo dell’App di tracciamento». Il Cts ora valuterà la proposta, correlata alla decisione sul numero effettivo di giorni da imporre in una quarantena anti-coronavirus, anche se avanzano i dubbi circa la “breve-quarantena” con il timore di ritrovarsi come Israele costretto al secondo lockdown.