Il Tribunale di Girona ha deciso di sospendere il processo per l’assassinio di Niccolò Ciatti, il giovane di Scandicci brutalmente ucciso la sera del 12 agosto 2017 in una discoteca della Costa Brava. I giudici hanno preso questa decisione dopo che le autorità tedesche hanno deciso di estradare in Italia nelle scorse settimane Rassoul Bissoultanov, il lottatore ceceno che colpì Niccolò con un calcio che lo uccise sul colpo. Messo in libertà, il ceceno era riuscito a fuggire dalla Spagna e successivamente venne arrestato in Germania.



Secondo quanto riferito dai giudici spagnoli la decisione di sospendere il processo è stata presa perché il principale indagato dell’omicidio non è più presente in Spagna. Una sentenza sul processo era attesa a fine novembre, nello specifico il venerdì 26. Ora il dibattito potrebbe proseguire in Italia poiché le leggi spagnole non prevedono la possibilità di celebrare un processo in contumacia. I giudici, venuta meno la presenza di Bissoultanov, hanno chiesto parere a Eurojust, l’organo dell’Unione Europea specializzato nel settore della cooperazione giudiziaria, su chi abbia competenza di giudizio. La decisione dell’ente non è però vincolante e dunque l’Italia potrebbe decidere comunque di processare il ceceno.



Omicidio Ciatti, stop a processo: Bissoultanov in Italia, cosa succede

Lo stop al processo in Spagna sull’omicidio di Niccolò Ciatti lascia tutti stupiti. Dal blocco all’attività dei giudici di Girona potrebbero arrivare successive criticità e rischi per il processo che potrebbe essere presto celebrato in Italia. Il lottatore ceceno Rassoul Bissoultanov ha infatti già trascorso quasi 4 anni di carcerazione preventiva in Spagna e tre mesi in Germania e dunque, anche se in Italia la carcerazione preventiva può protrarsi sino a sei anni, potrebbe chiedere di tornare libero.

Il processo italiano potrebbe poi doversi prolungare per la necessaria traduzione del materiale probatorio fin qui trattato in altre lingue. Agnese Usai, legale della famiglia Ciatti, ha spiegato: “La situazione è complessa, ma come legali in questa fase abbiamo zero potere. Tutto quello che era pronto per il 26 adesso non c’è più, ma noi faremo la migliore difesa per la famiglia nel tribunale che verrà indicato”.