È stato proposto (o meglio, riproposto, ma ci arriveremo meglio tra qualche riga) proprio in queste ore un emendamento alla Manovra a firma della meloniana Alice Buonguerrieri con il quel si mira a limitare il quantitativo dei compensi dall’estero per ogni politico italiano: una norma più volte finita al centro delle discussioni governative nell’arco di un paio di anni e che è sempre stata collegata ad un tentativo di colpire le attività estere del leader di Italia Viva Matteo Renzi che – coerentemente – dopo la presentazione dell’emendamento sui compensi dall’estero ha manifestato il suo disappunto; pur suggerendo ai suoi di evitare modifiche e di lasciare che il testo faccia il suo corso.
Partendo dal principio – poi arriveremo al commento di Renzi, alle risposte che ha ricevuto e al precedente storico – l’emendamento presentato da FdI propone di vietare ai politici italiani (dai governatori, fino ai senatori, passando anche per parlamentari e presidenti) di percepire compensi dall’estero superiori ai 50mila euro lordi all’anno ad esclusione di quelli percepiti per lo svolgimento delle attività istituzionali strettamente intese.
Renzi contro la norma contro i compensi dall’estero: “È incostituzionale e pensata solo per danneggiarmi”
Lo stop ai maxi compensi dall’estero – dicevamo poche righe fa – era stato visto approdare in parlamento la prima volta lo scorso anno, proposto in quell’occasione dal leader pentastellato Giuseppe Conte che fece riferimento ad una proposta già ipotizzata (ma mai avanzata) da Carlo Calenda: il testo – forse prevedibilmente – naufragò in un nulla di fatto e quasi un anno più tardi è tornato leggermente rivisto con la firma della meloniana Buonguerrieri in attesa – allo stato attuale – di venir discusso ed eventualmente approvato.
Dal conto suo Matteo Renzi ha collegato il testo sui compensi dall’estero ad “una norma inventata da Mantovano contro di me perché ormai tra me, lui e Meloni è guerra aperta”, invitando poi i suoi ad evitare ogni tipo di “modifica” dicendosi certo che sarà l’incostituzionalità intrinseca nella proposta a fare il resto; mentre Buonguerrieri ci ha tenuto a mettere in chiaro che non si tratterebbe di “una norma ad personam o anti-Renzi”, ma semplicemente di una questione di “civiltà” dato che dal conto suo “un rappresentante della Repubblica non può essere a libro paga di un soggetto estero”.