Ancora una porta sbattuta in faccia per il Lione, club che ancora sta combattendo in ogni sede legale perchè possa venir ribaltato lo stop alla Ligue 1, decisa a fine marzo dal governo e federazione visto il perdurare dell’emergenza sanitaria per il coronavirus. Dopo aver chiesto a governo e Senato di ritornare suoi propri passi ed di aprire alla possibilità che il primo campionato francese ritiro in campo, anche solo per disputare play off e play out (come pure augurato dalla UEFA solo pochi giorni fa), ecco che solo poco fa è stato il Consiglio di Stato a ribadire il suo no: il campionato francese dunque non riaprirà i battenti. E questa dovrebbe pure essere l’ultima parola sull’argomento: dopo il parere contrario della massima autorità amministrativa al ricorso del Lione, al club francese guidato dal ruggente presidente Jean Michel Aulas non rimane altra figura a cui appellarsi. La stagione 2019-20 della Ligue 1 si può dunque dire definitivamente conclusa.

STOP ALLA LIGUE 1: IL CDS PERA’ BLOCCA LE RETROCESSIONI

Ma oltre a confermare lo stop alla Ligue 1, pure il Coniglio di Stato si è esposto oltre, aprendo quello che può essere il nuovo focolaio di polemiche per il primo campionato francese. La massima autorità amministrativa francese infatti ha sospeso le retrocessioni al secondo campionato e dunque di Amiens e Tolosa, invitando nel contempo gli organi competenti a disaminare sulla questione e di farlo entro il prossimo 30 giugno. Per la precisione il Consiglio di Stato ha chiesto alla dirigenza della Federcalcio francese “di riesaminare la questione del formato della Ligue 1 per la stagione 2020-2021” e dunque di valutare un’eventuale cambio di format e apertura della Ligue 1 a 22 squadre per la prossima stagione. Ipotesi che all’inizio della discussione relativa al possibile stop definitivo del campionato, pure era stata valutata ma subito rigettata dalla stessa federazione. Uno spiraglio di speranza dunque per Tolosa e Amiens, ma ancora tutto da verificare: staremo a vedere