L’Unione europea voleva solo auto elettriche dal 2035 ma Italia e Germania si sono messe di traverso cercando di far passare il concetto della neutralità tecnologica. L’obiettivo è di avere emissioni zero ma la strada da percorrere per arrivarci può essere diversa dall’elettrico, indicata finora dal Parlamento europeo in via esclusiva.
Come ha detto Giorgia Meloni al suo arrivo al Consiglio europeo a Bruxelles, “la tesi che noi continuiamo a sostenere è che, fermi restando gli obiettivi della transizione che condividiamo, non riteniamo che l’Unione debba occuparsi anche di stabilire quali siano le tecnologie con le quali arrivare a quegli obiettivi”.
La Commissione europea ha preso in considerazione questa opportunità, ma nell’ultima sua proposta ha previsto l’utilizzo dei carburanti sintetici cari ai tedeschi e non dei biocarburanti, come vorrebbe il Governo italiano. “La neutralità tecnologica deve tenere conto di tutte le soluzioni” spiega Pierluigi Bonora, giornalista de Il Giornale. La Ue non ha ancora deciso e l’Italia spera che l’asse con la Germania serva a far valere anche le sue ragioni.
È possibile riuscire a far cambiar idea alla Commissione europea e farle prende in considerazione anche i biocarburanti?
Tre ministri italiani, Matteo Salvini, che è anche vicepremier, Gilberto Pichetto e Adolfo Urso, hanno inviato una lettera piuttosto decisa alla Commissione Ue e in particolare al vicepresidente Frans Timmermans, che è il papà della “bagarre” scatenata sull’elettrico, dicendo che deve essere considerato il concetto della neutralità tecnologica. Vuol dire che, come alternativa all’elettrico, non ci sono solo i carburanti fuels, sintetici, ma ci sono anche i biocarburanti, che sono già disponibili. L’Italia su questo non vuole fare passi indietro. L’importante è che la Germania tenda una mano verso l’Italia: insieme hanno bloccato il ricorso esclusivo all’elettrico, insieme adesso devono lottare per ottenere la piena neutralità tecnologica.
Come mai i tedeschi hanno puntato sui carburanti sintetici e noi, invece, sui biocarburanti? L’Italia è più avanti da questo punto di vista?
All’Italia vanno bene anche i carburanti sintetici, sui quali la Germania è avanti: in particolare il gruppo Volkswagen ha fatto ricerche ed è già a buon punto. Tra l’altro la Porsche con l’amministratore delegato Oliver Blum, che ora è ad di tutto il gruppo, ha sempre sponsorizzato i carburanti sintetici. Sono piuttosto avanti, come l’Italia è più avanti con i biocarburanti. Quindi è importante che cerchino un punto di equilibrio, che la Germania non “tradisca” e pensi solo a se stessa, perché si creerebbe una spaccatura grave.
Come mai la Commissione europea ha preso in considerazione un’opzione e non l’altra?
C’è un asse tra il ministro Salvini e il ministro tedesco dei Trasporti, il suo omologo, Volker Wissing. Il commissario europeo ha proposto al Governo tedesco una soluzione, cioè creare una sorta di nicchia dedicata ai carburanti e fuels. Una proposta che, come scriveva il giornale tedesco Der Spiegel, non è stata accolta dal ministro Wissing, d’accordo con il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. Oltre all’asse Salvini-Wissing, c’è anche quello tra Giorgetti e lo stesso Lindner. E, infatti, hanno ribadito l’importanza della neutralità tecnologica. Poi all’interno del Governo tedesco ci sono anche i Verdi e altre forze che tendono, invece, a creare divisioni. Mentre da parte italiana su questo c’è una compattezza dalla Meloni fino all’ultimo dei ministri. La questione, comunque, è ancora aperta: il ministro Wissing sta preparando una controproposta per la Commissione europea, spero che l’abbia concordata con Salvini.
In Italia con i biocarburanti a che punto siamo?
Ci sono già i biocarburanti, grazie all’Eni entro fine mese ci saranno 150 stazioni di servizio in tutta Italia con l’Hvo, il nuovo biodiesel. Sono solo da migliorare.
Come sono fatti?
Sono fatti da rifiuti, scarti vari, anche da sostanze agricole, mentre la procedura per produrre i carburanti sintetici è molto più sofisticata. Il biometano è un biocarburante e c’è da una vita. Ci stanno pensando anche altri gruppi petroliferi oltre all’Eni. È un classico esempio di economia circolare: tutti si sciacquano la bocca con questa espressione, soprattutto gli ambientalisti, questo è un esempio concreto.
Ma dal punto di vista delle emissioni siamo a zero?
Ci si arriverà più avanti, bisogna migliorare, ma intanto cominciamo a usare questi. Qualche emissione c’è, ma sono basse.
Quando dovrebbe esserci una decisione della Commissione europea, a breve?
I giochi sono ancora aperti. Adesso vediamo la controproposta tedesca, che dovrebbe arrivare martedì o mercoledì della settimana prossima, e la reazione che ci sarà alla lettera di Salvini, Pichetto e Urso.
Sperando che la controproposta tedesca tenga conto anche delle posizioni italiane.
Penso di sì, altrimenti sarebbe un “tradimento” che andrebbe a discapito dei rapporti italo tedeschi e c’è il rischio che l’Europa si spacchi. L’Italia fa un ragionamento giusto, il Governo ce la sta mettendo tutta. Se lo avessero fatto in passato sarebbe stato diverso, ma c’è stato un lassismo vergognoso.
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