SENTENZA DEL TRIBUNALE DI FIRENZE COME A CATANIA: STOPPATO IL DECRETO CUTRO

Dopo Catania ora è il Tribunale di Firenze a “bocciare” il Decreto Cutro: mentre il tema migranti resta al centro del dibattito politico, nei giorni in cui la Premier Meloni incontra i leader europei nel Consiglio Ue a Granada (ottenendo un accordo di massima che limita le ong, ndr) ad accendere ulteriormente la polemica è giunta la sentenza del Tribunale civile di Firenze che si è rifiutato di rimpatriare un migrante in Tunisia, considerandola un nazione «non sicura». Il concetto è lo stesso espresso dalla giudice Iolanda Apostolico, nella bufera mediatica per via delle convinzioni personali anti-centrodestra e anti-Lega nel recente passato, solo che questa volta a Firenze i giudici che hanno firmato il decreto non sono “indipendenti” ma iscritti a Magistratura Democratica (Md), la corrente di sinistra dei giudici in Csm.



Sul banco degli “imputati” ancora una volta il Decreto Cutro del Governo Meloni, approvato dopo la strage prima dell’estate: mentre il Ministro della Giustizia Carlo Nordio assieme al collega degli Interni, Matteo Piantedosi, ha annunciato che la sentenza di Catania verrà impugnata, ecco aprirsi un altro fronte uguale in Toscana. Qui però era stato lo stesso migrante – cui la prefettura aveva in prima istanza rifiutato la domanda – a porre, tramite il suo avvocato, una questione generale che i giudici hanno accolto. «La Tunisia non è un Paese sicuro», sentenziano i giudici di Firenze, in quanto dopo l’ascesa di Saied al potere – sempre secondo il legale – «ci sarebbe stata un’involuzione democratica». I giudici fiorentini hanno così accolto la difesa del migrante, stoppando le regole del Decreto Cutro e pure le valutazioni del Governo italiano che a marzo 2023 aveva inserito la Tunisia tra i Paesi sicuri.



I TRE GIUDICI DI FIRENZE CONTRO IL DECRETO DEL GOVERNO: “SONO DI MAGISTRATURA DEMOCRATICA”

Al di là delle valutazioni giuridiche sulle quali sarà eventualmente l’appello o la Cassazione a doversi esprimere davanti al più che probabile ricorso che farà il Governo (come già avvenuto a Catania), è il significato politico di una sfida a distanza tra parte della magistratura e la politica alimentata da questi ormai diversi casi sul fronte migranti. Se però in Sicilia era stata un’unica giudice a prendere tale decisione, qui a Firenze è una sentenza collegiale della sezione immigrazione del tribunale di Firenze a mettere ancora più in difficoltà il governo.



La Premier Meloni ieri si è detta «preoccupata dalla difesa corporativa della magistratura», perché come un magistrato è libero di dire che un provvedimento del governo è illegittimo, «il governo può dire che non è d’accordo senza che questo voglia dire attaccare una categoria». La sentenza di Firenze invita anche il Governo e la Farnesina a rivedere la lista dei luoghi che non rispettano i diritti umani, andando così oltre il tema del Dl Cutro di fatto “disapplicato” completamente. Secondo quanto rivelato dalle carte oggi mostrate da “La Verità” i tre giudici che hanno firmato la sentenza sono tutti membri di Magistratura Democratica: si tratterebbe dei magistrati Luca Minniti (Presidente), Barbara Fabbrini (giudice) e Massimiliano Sturiale (giudice relatore estensore). Fabbrini in particolare in passato ha ricoperto ruoli di rilievo come vicecapo gabinetto della Giustizia sotto il Ministro Pd Andrea Orlando. Il grado di livello dello scontro tra magistratura “rossa” e Governo di Centrodestra, dopo Catania e Firenze, è destinato a salire ancora più di tono…