Subito dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas la Francia, come aveva comunicato il ministro degli Interni Gérald Darmanin, aveva vietato tutte le manifestazioni pro-Palestina che erano previste, chiedendo anche lo stop a tutte quelle proposte in futuro. Una decisione motivata soprattutto dalla paura di rischi per l’ordine pubblico, con i manifestanti che avrebbero potuto compiere qualche gesto estremo, o subire attacchi da parte della comunità ebraica.
Darmanin, dunque, aveva deciso di vietare in tutta la Francia le manifestazioni pro-Palestina, chiedendo tramite un telegramma la piena collaborazione da parte di tutti i Prefetti, ai quali spetta la decisione de permettere o meno lo svolgimento di un corteo nella loro area di competenza. Tuttavia, quella che sembrava una decisione sensata per certi versi, era stata ampiamente criticata dalla comunità palestinese francese. Così, il Palestine Action Committee aveva presentato ricorso per la decisione di vietare le manifestazioni pro-Palestina in Francia al Consiglio di Stato, che oggi ha dato ragione all’associazione definendo illegittima la decisione di Darmanin.
Francia, Consiglio di Stato: “Illegittimo lo stop alle manifestazioni pro-Palestina”
Su ricorso del Palestine Action Committee, il Consiglio di Stato della Francia ha definito illegittimo lo stop tassativo alle manifestazioni pro-Palestina chiesto da Darmanin ai prefetti. Secondo il pronunciamento della corte citato da Le Monde e dal Fatto Quotidiano, infatti, “nessun divieto può basarsi esclusivamente su questo telegramma o sul solo fatto che la manifestazione mira a sostenere la popolazione palestinese”.
Di contro, lo stop alle manifestazioni pro-Palestina in Francia può essere disposto “solo dai prefetti” che hanno l’obbligo di “valutare si via sia motivo di vietare una manifestazione a livello locale sulla base del rischio di disturbo dell’ordine pubblico”. Respinta, invece, la richiesta di riconoscere nello stop un attacco alla liberà di espressione. Secondo l’associazione la sentenza sarebbe “un completo disconoscimento per il ministero degli Interni, di cui viene sottolineata la deplorevole goffaggine comunicativa“. Le Monde, inoltre, ha provato a chiedere il commento di Darmanin alla sentenza sullo stop alle manifestazioni pro-Palestina in Francia, il quale però si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni.