Una svolta che fa discutere. L’eliminazione dell’indennità di malattia per i dipendenti che vanno in quarantena Covid avrà delle ripercussioni anche di natura sanitaria? Il fatto che i lavoratori saranno costretti a coprire l’eventuale periodo di assenza con le proprie ferie o permessi non retribuiti potrebbe spingere molti a non autodenunciare l’avvenuto contatto con un soggetto positivo.



Pasquale Tridico, presidente dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, dopo essere finito nel mirino di chi lo accuava di aver cancellato i fondi si è difeso: “Il problema è noto e lo abbiamo fatto presente da tempo, non dipende certo dall’Inps. È ovvio che l’Inps non c’entri nulla“, ha detto contattato da La Stampa. Fatto sta che la circolare numero 2842 pubblicata dall’Inps il 6 agosto ha cambbiato le carte in tavola. E adesso la quarantena dei dipendenti asintomatici rischia di diventare non solo un problema per le tasche dei lavoratori, ma pure per il contenimento della pandemia.



INPS, SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA

La norma peraltro è retroattiva: ciò significa che tutti coloro che da inizio anno hanno fatto i 10 giorni di isolamento fiduciario, ridotti ultimamente a 7 per i vaccinati, e sono rimasti a casa pur asintomatici con un certificato medico poiché reduci da un contatto con un positivo al virus, subiranno una decurtazione dello stipendio da parte della propria azienda proprio perché essa non può più beneficiare del rimborso Inps. Rossana Dettori, segretaria confederale della Cgil con la delega alla salute e sicurezza, dalle pagine de La Stampa è andata all’attacco: “Abbiamo chiesto unitariamente un incontro ai ministri Orlando e Franco perché è davvero inaccettabile che Tridico dichiari ad agosto che non ci sono i soldi per coprire le persone in quarantena“.



L’isolamento fiduciario, ha ricordato la sindacalista, è “obbligatorio e disposto dal medico, non è deciso dal lavoratore che autonomamente vuole stare a casa“. Per questo motivo i sindacati chiedono che venga riconosciuto il regime di malattia come nel 2020 e, aggiunge Dettori, c’è bisogno di una richiesta di chiarezza da parte del governo, perché “c’è un tema serio da porre all’Inps, su come fanno i controlli e le verifiche sulle risorse“.