Il divieto per N26 Bank, la banca tedesca 100% digital, è giunto direttamente dalla Banca d’Italia che le vieta sia l’acquisizione di nuovi clienti che la stipula di nuovi contratti finanziari e sottoscrizioni di servizi ai clienti già esistenti.

Stop N26: la fintech migliore nel 2021

Considerata già per due anni consecutivi la migliore banca sia in Italia che in Austria per la classifica Forbes, N26 è una banca online operante nel settore fintech, nata a Berlino nel 2013 dove ha tutt’ora la sede. Nel 2020 fu valutata per 3,5 miliardi di dollari ed ha avuto una rapida espansione negli anni anche grazio ai suoi servizi di exchange a prezzi competitivi e alle sue carte multivaluta. In breve tempo è diventata la banca online più apprezzata sul mercato europeo e ha vinto premi in 5 paesi, conta investitori per centinaia di milioni di euro come Allianz X, Peter Thiel e Tencent.



Adesso N26 sarà congelata in Italia per le sue attività di servizi finanziari e non potrà più intraprendere acquisizioni di nuovi clienti, oppure offrire nuovi prodotti e servizi anche per chi ha già un conto corrente. Le motivazioni di questo divieto sono indicate in un provvedimento del 28 marzo 2022 emanato dalla Banca D’Italia, che ha raggiunto la sede legale della N26 Bank. C’è da precisare che la N26 Bank offriva i propri clienti anche la possibilità di servizi finanziari di trading su criptovalute. C’entrano qualcosa con il provvedimento della Banca d’Italia?



Stop N26: l’ombra sulla normativa antiriciclaggio

Il provvedimento è stato emanato ai sensi dell’articolo 7 comma 2 del decreto legislativo  23/07 e dell’articolo 79 comma 4 del TUB. Quest’ultimo recita:

In caso di violazione o di rilevante rischio di violazione da parte di banche comunitarie delle disposizioni relative alle succursali o alla prestazione di servizi nel territorio della Repubblica il cui controllo spetta alla Banca d’Italia, questa adotta le misure necessarie a prevenire o reprimere tali irregolarità, compresa l’imposizione del divieto di intraprendere nuove operazioni, la sospensione dei pagamenti e la chiusura della succursale, dandone comunicazione all’autorità competente dello Stato d’origine.



L’accusa quindi è quella di mancata osservazione della normativa antiriciclaggio, derivante dall’ispezione della Banca d’Italia alla base del provvedimento di blocco, sarebbe stata effettuata dal 25 ottobre al 17 dicembre 2021. Il controllo avrebbe evidenziato dunque “significative carenze” sulla normativa in oggetto.

Stop N26: i precedenti

In realtà la fintech tedesca aveva subito già una sanzione per 4,5 milioni di dollari dall’autorità di vigilanza del suo paese, la BaFin, che raggiunse la sede legale dell’istituto a Berlino insistendo sulla necessità di rafforzare i controlli proprio in materia di antiriciclaggio. La banca N26, dal canto suo, rispose che avrebbe messo in campo numerose misure per far fronte al problema. La BaFin tuttavia, nel 2019 inviò un supervisore speciale col fine di monitorarla. Nel maggio del 2021, sempre l’autorità tedesca aveva ancora una volta esortato l’istituto a colmare le carenze già evidenziate insistendo sulla necessità di monitorare a livello informatico i clienti, verificando la clientela con personale adeguato così da rispettare tutti i punti previsti dalla normativa antiriciclaggio.