La recente decisione dell’UE di ridurre gli imballaggi monouso in plastica è stata accolta con grande sconforto dalle imprese italiane che negli anni si sono specializzate nel riciclo ed ora rischiano di vedere vanificati tutti i loro sforzi a favore di politiche sul riuso. Un grido d’allarme lanciato, tra gli altri, da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, secondo il quale “siamo secondo al mondo per riciclo dei rifiuti industriali”.
Con lo stop alla plastica monouso, spiega Bonomi, “vengono cancellati con un tratto di penna miliardi di investimenti all’anno”, ma sottolineando come “la cosa che mi preoccupa è che ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio“. Inoltre, secondo Assobibe (che riunisce i produttori di bevande analcoliche) un simile divieto comporterà investimenti iniziali per 2,3 miliardi di euro per la sola raccolta e gestione dei contenitori vuoti, più ulteriori 350 milioni all’anno per il sistema di gestione delle cauzioni. Secondo Prandini (Coldiretti), invece, lo stop alla plastica monouso “rischia di cancellare completamente un settore che, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, in Italia vale oltre un miliardo di euro”, oltre a comportare un aumento del costo dei beni per via “dell’effetto sui costi di produzione”.
D’Amato: “Stop alla plastica monouso? A rischio il 30% del PIL”
Insomma, non vi sarebbe stata una grande accoglienza nei confronti dello stop alla plastica monouso voluto dall’UE, che peraltro in sede di votazione è apparsa piuttosto divisa al suo interno. Infatti, due degli articoli (il 22 e il 26), sono passati con appena 1 e 2 voti di scarto, mentre normalmente la commissione ambiente in questo tipo di votazioni ottiene quasi sempre la maggioranza schiacciante.
Secondo Antonio D’Amato, presidente di Eppa (European Paper Packaging Alliance) e del gruppo Seda, con lo stop alla plastica monouso in gioco non ci sarebbe soltanto “la filiera del packaging, ma anche quella agroalimentare e farmaceutica” che assieme rappresentano “il 30% del PIL“. Secondo D’Amato, inoltre, l’Europa è dotata “del più avanzato e competitivo sistema di economia circolare del mondo, in cui l’Italia è fra tutti gli Stati il più progredito” e lo stop alla plastica monouso “rischia di smantellare le filiere del riciclo e di mettere in essere un processo di deindustrializzazione che colpisce molti settori produttivi”.