Lo stop alla quarantena per chi è vaccinato con tre dosi o per chi ha completato il ciclo vaccinale con due dosi da meno di quattro mesi è una decisione corretta sotto il profilo sanitario ed epidemiologico? A questa domanda hanno risposto ai microfoni della trasmissione di Rai 1 “Unomattina” gli esperti Massimo Andreoni, Roberto Cauda e Roberto Battiston. Partendo dal primario di Infettivologia presso il policlinico di Tor Vergata, le sue dichiarazioni sono state le seguenti: “Sotto l’aspetto epidemiologico, rimuovere la quarantena è un grande azzardo. Premesso che tutti quanti noi dobbiamo utilizzare il distanziamento e usare le mascherine, sappiamo che questo non è sufficiente. Abbiamo sempre detto che il vaccinato è ben protetto dalla malattia, ma poco protetto dall’infezione: la quarantena era un sistema per cercare di ridurre la diffusione del virus”.
Andreoni ha poi aggiunto: “Ovviamente io parlo da medico, poi le decisioni spettano alla politica. Tuttavia, questo comporterà la presenza di un maggior numero di casi. Ci saranno fragili e non vaccinati che si infettano e il problema sarà negli ospedali, che andranno salvaguardati, altrimenti la sanità pubblica non reggerà”.
STOP QUARANTENA, LE OPINIONI DI CAUDA E BATTISTON
Lo stop alla quarantena, tuttavia, ha incontrato il favore di Roberto Cauda, infettivologo del policlinico “Gemelli” di Roma, anch’egli ospite di “Unomattina”: “Di fronte a questi numeri crescenti e a un’obiettiva difficoltà nella gestione di una quantità così importante di persone – ha asserito –, credo sia stata una decisione saggia, che non protegge al cento per cento, ma in una logica rischio-beneficio è comunque a favore del beneficio. Quanto più si riduce la circolazione del virus, evidentemente questo ne favorisce una minore diffusione. Ecco allora che ridurre determinate attività lavorative alle persone che non hanno completato il ciclo vaccinale avrà da un punto di vista meramente sanitario un’efficacia”.
Infine, il punto di vista di Roberto Battiston, fisico dell’università di Trento: “Queste nuove misure sono abbastanza complicate e riguardano grossomodo il 30% degli italiani vaccinati con terza dose – ha evidenziato –. La gran parte del Paese e i non vaccinati non sono contemplati in queste norme. Ci andrebbe una modellizzazione accurata. Mi pare inoltre che stiamo trascurando che ad oggi in Italia abbiamo l’andamento epidemiologico della Delta che sta crescendo e quello dell’Omicron che si sta sovrapponendo a macchia di leopardo…”.