Nell’ormai lontano 2001, Marco Biagi lamentava, nel suo Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia, come mancanza particolarmente grave, l’assenza, nel nostro Paese, di un adeguato sistema informativo che operasse come una “Borsa continua del lavoro”. In tal senso si immaginava, essenzialmente, un portale Internet attraverso il quale si potesse costruire un più efficace incrocio domanda/offerta e, in coerenza con le indicazioni che venivano dalle istituzioni comunitarie, favorire una maggior efficienza e trasparenza del mercato del lavoro.



Nella Borsa, i cittadini, i lavoratori, i disoccupati, le persone in cerca di un lavoro, come i soggetti autorizzati o accreditati e i datori di lavoro avrebbero, quindi, potuto decidere di incontrarsi in maniera “libera” sulla base di servizi autonomamente scelti dall’utente. Gli operatori del mercato del lavoro pubblici o privati, accreditati o autorizzati, avrebbero avuto, quindi, l’obbligo di conferire alla Borsa continua tutti i dati utili, e necessari, per l’arricchimento del sistema.



Negli anni i vari Governi, con l’approvazione, ogni volta, di “storiche riforme”, hanno arricchito il patrimonio informativo di sempre nuove e ulteriori banche dati.

È arrivata, quindi, l’ora del “nuovo”Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa”, il Siils, che verrà istituito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e realizzato dall’Inps. Il nuovo sistema si propone, in particolare, di consentire l’attivazione dei percorsi personalizzati per i beneficiari dell’Assegno di inclusione, assicurando loro il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni, di favorire percorsi autonomi di ricerca di lavoro e/o di rafforzamento delle competenze da parte dei beneficiari oltre alle, potremmo considerare ovvie, funzioni di analisi, monitoraggio, valutazione e controllo della nuova misura.



Si prevede, inoltre, che tale Sistema informativo consentirà l’interoperabilità di tutte le piattaforme digitali dei soggetti accreditati al sistema sociale e del lavoro già esistenti.

In questa prospettiva il Ministero ha, nei giorni scorsi, confermato alle Regioni che la nuova piattaforma sarà regolarmente attiva già a partire dal primo settembre. La speranza è che a queste dichiarazioni corrisponderanno, poi, fatti concreti. La condivisione di dati rappresenta infatti, oggi più di ieri, un elemento fondamentale per costruire buone politiche attive per aiutare le persone a entrare/rientrare nel mercato del lavoro con dignità.

La credibilità del Governo, e la sua forza elettorale, si misurerà, certamente, anche sulla capacità di dare risposte alle tante persone finora tutelate dal Reddito di cittadinanza. Per far ciò non si potrà non ricorrere alle potenzialità che il mondo digitale, oggi molto più sviluppato rispetto ai tempi del Libro bianco del 2001, offre a cittadini e imprese.

Questo rappresenta anche una grande sfida di innovazione per tutte le diverse amministrazioni pubbliche coinvolte e per tutto il sistema Paese. La grande transizione digitale, infatti, passa anche dalla capacità di utilizzare i nuovi strumenti per definire buone politiche per i cittadini e non solo, come a volte sembra, per pubblicare sui social le foto delle vacanze o prenotare un albergo o un ristorante con qualche “presunto” sconto.

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