Mezzo di comunicazione, informazione, innovazione e svago. Lo smartphone è tutto questo. Ma se utilizzato a scuola potrebbe anche diventare un oggetto di distrazione, allontanando gli studenti dalla funzione di apprendimento che impone l’edificio per definizione. Ed è su questa linea che l’UNESCO ha chiesto di bandirne l’uso in tutte le scuole del mondo, per frenare il rischio di una riduzione del rendimento scolastico e porre un freno ai casi di cyberbullismo. Ad oggi però il suo monito è stato recepito solo da un paese su sei al mondo disponendone il divieto, e in Europa solo due, Francia (dal 2018) e Olanda (nel 2024).



L’UNESCO, l’agenzia Onu per l’istruzione, la scienza e la cultura, ha dichiarato che è dimostrato che l’uso eccessivo del telefono cellulare è legato a una riduzione del rendimento scolastico e che alti livelli di tempo trascorso sullo schermo hanno un effetto negativo sulla stabilità emotiva dei bambini. Le affermazioni dell’agenzia si fonderebbero su un report i cui dati, tratti da valutazione internazionali su larga scala, indicherebbero proprio un ‘legame negativo’ tra uso eccessivo della tecnologia digitale e il rendimento degli studenti.



UNESCO CONTRO GLI SMARTPHONE: “VISIONE DELL’ISTRUZIONE DEVE ESSERE INCENTRATA SULL’UOMO”

Le considerazioni dell’UNESCO sono state pubblicate sul The Guardian, su cui l’agenzia ha voluto sottolineare l’importanza di una “visione dell’istruzione incentrata sull’uomo”, con rapporti studenti-insegnanti che non possono passare tramite lo schermo di uno smartphone, un tablet o qualsiasi altro dispositivo. L’UNESCO a tal proposito ha voluto mettere in guardia gli esponenti politici del pianeta da un uso spropositato degli strumenti tecnologici e dell’intelligenza artificiale in tutte le sue forme, sostenendo che il suo impatto positivo sui risultati dell’apprendimento e sull’efficienza economica potrebbe essere sopravvalutato.



La rivoluzione digitale ha un potenziale incommensurabile ma, così come sono stati lanciati degli avvertimenti su come dovrebbe essere regolata nella società, è necessario prestare la stessa attenzione al modo in cui viene utilizzata nell’istruzione“. Così si è espresso il direttore generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay. “Il suo utilizzo deve essere finalizzato a migliorare le esperienze di apprendimento e a favorire il benessere di studenti e insegnanti, non a loro discapito. Tenete al primo posto le esigenze degli studenti e sostenete gli insegnanti.” L’agenzia ha infine citato l’esempio della Cina, che ha stabilito dei limiti per l’uso dei dispositivi digitali come strumenti didattici, limitandoli al 30% dell’orario didattico di insegnamento e prevedendo che gli studenti facciano pause regolari davanti allo schermo.