Un fulmine a ciel sereno per tutto il “pianeta” dell’edilizia. I vari bonus, nati come strumento di sostegno e rinascita durante il periodo pandemico, avevano aiutato imprese e famiglie ad affrontare la crisi che il Covid aveva portato con sé tra le sue conseguenze. E, in prima linea, Superbonus e cessioni di credito sono stati sicuramente i più sfruttati, permettendo di tirare un sospiro di sollievo all’edilizia. Giusto il tempo per rendersene conto e poi il nulla. Il decreto legge n. 11 dello scorso 16 febbraio 2023, operativo già dal 17 febbraio, ha bloccato tutti i bonus fiscali, mettendo in crisi il settore edilizio, con la previsione che i mancati ricavi si attesteranno sui 4 miliardi, vale a dire circa il 30% delle vendite.
Le condizioni per poter essere graziati dal blocco dello sconto in fattura sono tra l’altro molto ferree. Solo laddove i lavori siano iniziati entro il 16 febbraio sarà ancora possibile beneficiare dell’agevolazione. Chi non rispetta questo requisito resta invece tagliato fuori: a poco conta l’eventuale ordine dei materiali già effettuato entro tale data. Comprensibile dunque l’enorme danno che il provvedimento sta creando al mondo dell’edilizia.
Edilizia in crisi: colpiti anche i produttori di infissi, caldaie e schermature solari
Intorno al mondo dell’edilizia ruotano anche tanti medio-piccoli settori collegati, che nell’ultimo biennio hanno potuto contare sul paracadute del Superbonus e delle cessioni di credito, vedendo importanti crescite di fatturato. Ora, però, anche questi subiranno serie perdite. Stiamo parlando delle aziende produttrici di infissi, caldaie a pompe di calore e schermature solari. I prossimi mesi vedranno fermi magazzini pieni e una strategia commerciale, improntata fino a poche settimane fa su costi modulati sullo sconto in fattura, che andrà rivista, prevedendo un periodo di assestamento di 2-3 mesi e che sarà caratterizzato da un vistoso calo di vendite.
Come se non bastasse, l’edilizia e questi micro-settori avevano incrementato negli ultimi anni le assunzioni per poter stare al passo con la domanda di mercato. Il blocco creato dal decreto si riverserà quindi anche sul lavoro in questi ambiti, col mancato rinnovo dei contratti a termine e stagionali e con la possibile richiesta della cassa integrazione per molte aziende. Un provvedimento dunque che darà uno scossone, in termini negativi, a tutto il settore dell’edilizia.