Una proposta choc per dare impulso alla natalità e far uscire l’Italia dall’inverno demografico in cui è sprofondata. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha proposto una misura senza precedenti per favorire un’inversione di tendenza: non far pagare le tasse a chi ha figli. Un’idea alla quale ha dato subito corpo Massimo Bitonci (Lega), sottosegretario al Made in Italy, proponendo una detrazione da 10mila euro per ogni figlio. Una proposta che deve essere approfondita, ma che mette nero su bianco un impegno forte per contrastare la denatalità.



Anche la copertura finanziaria va trovata: potrebbe nascere da un riordino dei bonus in sede di delega fiscale. Proprio Bitonci spiega il piano al Sussidiario.

Sottosegretario, come è nata questa idea in seno al Governo?

Ne discutiamo da tempo, ne ha parlato anche il premier in questi giorni. La situazione era nota, ma quando sono usciti i dati Istat è risultato che siamo sotto i 400mila nati in un anno: è il dato peggiore di sempre e uno dei peggiori a livello europeo. È vero: è stato fatto un intervento importante lo scorso anno con l’assegno unico universale.



D’accordo. Però?

Però, da commercialista, so che il passaggio per molti lavoratori non è stato del tutto positivo. Quindi quando Giorgetti ha lanciato questa idea, che non ritengo estranea ai ragionamenti che si fanno in Cdm, ho fatto la mia proposta, parlandone anche con Matteo Salvini.

Ebbene?

Occorre elevare la detrazione esistente, che è attualmente di 950 euro a figlio. La detrazione è uno strumento già noto ai contribuenti, non è come l’assegno unico.

Quindi ha pensato a una detrazione da 10mila euro a figlio?

Ho detto 10mila euro per ipotizzare una soglia, poi, evidentemente, le coperture devono tutte essere verificate dal Governo.



Si parla molto dei dati  del Def, del Pil programmatico che per quest’anno dovrebbe raggiungere l’1% liberando risorse per 3,5 miliardi che saranno utilizzati per il cuneo. Userete questi soldi?

No. I 3,5 miliardi del Def vanno utilizzati per il cuneo contributivo, che va a favore delle famiglie, ma quello è indifferenziato; qui parliamo di una misura ad hoc per i figli.

Come funzionerebbe questa misura?

Si può raggiungere un vantaggio fiscale per le famiglie introducendo ciò che è già all’interno della delega fiscale, nella quale già si parla di quoziente familiare. Per detassare le famiglie si può passare attraverso le detrazioni per i figli carico.

La detrazione da 10mila euro varrebbe da due figli in su?

Varrebbe per tutti i figli. Ripeto: ho parlato di 10mila euro per porre la questione. E intendo tutti i figli a carico, non solamente i nuovi nati. Non può essere un bonus per i nuovi nati, deve essere un sostegno strutturale alla famiglia. Deve essere una detrazione per ogni figlio indipendentemente dal fatto che sia appena nato o fino a una determinata età.

Dunque la detrazione che avete in mente sarebbe riferita a ogni figlio?

Sì, ad ogni figlio, perché ogni figlio è un costo per la famiglia. Una detrazione che può essere di 10mila, 5mila, 3 o 4mila euro. È il quoziente familiare. Il concetto di Giorgetti è molto netto: non far pagare le tasse a chi ha figli.

Un esempio?

Se la detrazione invece di 10mila euro fosse di 5mila, per chi ha tre figli sarebbero 15mila euro di detrazione: se il reddito è di 30mila euro ci sarebbero 15mila euro di detrazione. Cioè si pagherebbero le tasse solo sui restanti 15mila euro. Ovviamente con le aliquote Irpef che ci sono e con le altre detrazioni da lavoro dipendente o da altri bonus, il pagamento delle tasse si abbasserebbe.

E le coperture?

Abbiamo un lavoro molto importante da fare con la delega fiscale, nella quale si parla di riordino anche delle detrazioni e deduzioni. Durante la pandemia i bonus sono lievitati perché andava sostenuto il reddito, ma adesso siamo in un momento diverso, e ci sono prospettive di crescita.

Quindi?

Serve una scelta politica, occorre dire: rinunciamo al tale micro-bonus, e ne esistono di tutti i tipi, per mettere queste risorse sulla famiglia. Una scelta va fatta, torno a dire, perché ovviamente le risorse sono quello che sono.

Vi siete paragonati con gli altri Paesi europei?

Si fa sempre l’esempio della Francia, ma anche nei Paesi del Nord Europa c’è un welfare molto avanzato con aiuti alle famiglie e alle donne che lavorano. Però per arrivare lì ci vogliono anni. Noi dobbiamo agire subito, e per farlo il veicolo più veloce, più facile, è quello di carattere fiscale, lasciando risorse attraverso il cuneo fiscale alle famiglie.

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