Stop alla vendita di auto nuove a benzina, diesel e gpl dal 2035. Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla proposta della Commissione Ue. L’emendamento, che è stato sostenuto dal Ppe, con cui si prevedeva una riduzione del 90% delle emissioni di CO2 invece che del 100%, lasciando così in “vita” una quota di motori a combustione, non è stato approvato. Dopo giornate di trattative a Strasburgo, la plenaria dell’Europarlamento ha, invece, dato l’ok alla posizione negoziale degli eurodeputati sugli standard di emissioni di CO2 con 339 voti a favore, 249 contro e 24 astenuti. Il divieto rientra in un ampio pacchetto di misure per combattere il cambiamento climatico.
Ma la legge non è ancora definitiva: come evidenziato da Reuters, infatti, la votazione di oggi conferma la posizione del Parlamento in vista dei prossimi negoziati con gli stati membri Ue sulla legge definitiva. Ci sarà un passaggio formale nelle commissioni competenti dell’Europarlamento, poi la palla passerà al Consiglio europeo che si confronterà con la Commissione Ue e l’Europarlamento.
STOP VENDITA AUTO BENZINA, DIESEL E GPL: I PROSSIMI PASSI
Come accennavamo, lo stop alle vetture endotermiche rientra in un pacchetto di riforme climatiche Fit for 55 che è stato presentato dall’esecutivo Ue nel luglio scorso con l’obiettivo di ridurre del 55%, rispetto al 1990, le emissioni di CO2 entro il 2030, per puntare poi alla neutralità climatica nel 2050, come previsto dal Green Deal europeo. Il voto odierno non ha diviso solo la politica europea, ma pure quella italiana, tra favorevoli e scettici. Del primo schieramento fanno parte gli eurodeputati del Pd, che prima del voto avevano espresso il loro appoggio tramite il segretario Enrico Letta. Le polemiche non sono mancate, visto che si chiedeva di modificare la proposta con un emendamento che non avrebbe previsto il divieto totale di immatricolare nuovi motori a combustione, così le case automobiliste avrebbero avuto la possibilità di vendere una quota di veicoli endotermici, ridotta appunto al 10%. Il centrodestra è stato compatto. Ora c’è una data da segnare sul calendario: il 28 giugno, quando si terrà il Consiglio Ambiente dell’Ue per definire la posizione degli Stati membri nella trattativa con le altre due istituzioni europee. La questione dovrebbe essere finalizzata entro l’autunno, dunque niente è ancora deciso, ma di sicuro il voto di oggi avrà un peso importante sulle trattative.