In un momento di gravi difficoltà, anche per molte Pmi la tentazione di farsi prendere da momenti di sconforto c’è e si fa sentire proprio quando i clienti tardano a farsi vedere e i fatti positivi sono isolati.

In uno scenario del genere però ci sono anche esempi di chi non solo ha saputo non scoraggiarsi, ma è stato capace di guardare avanti.

E’ accaduto così a dieci aziende lombarde del settore arredo e design, quasi tutte di Saronno (Iteco contract, DIBI, Fiocchi, Pizzi Serramenti, Citterio Meda, Il filo dei sogni, Gioia Fashion, Solmet, Vertemate, Light Discover, Ferrari) che si sono trovate coinvolte in un progetto per loro prima impensabile. Eppure erano lì quasi tutte nella stessa zona da anni, quasi fianco a fianco.

Tutto è iniziato seguendo un’opportunità nata dall’incontro tra gli architetti spagnoli dello studio Magrada proyectos di Barcellona e alcuni italiani nel contesto dello scorso Salone del Mobile di Milano. Gli architetti esprimono la volontà di creare in Spagna una sorta di finestra affacciata sulla produzione italiana di arredo e design e quando ne parlano con Armando Giudici e Marco Silanos, rispettivamente il direttore e il responsabile estero della sede saronnese della Compagnia delle Opere, realtà associativa che in tutto di aziende ne conta 35.000, incontrano persone disponibili ad ascoltare e a coinvolgersi. Dalla curiosità iniziale al desiderio di approfondire e di andare vedere cosa può esserci e cosa può nascere il passo è breve e altrettanto velocemente nasce un progetto, o meglio un’idea, dal nome molto semplice, ed essenziale: Made in Italy point.

Spiega Matias Gravenhorst, di Magrada proyectos: “Cercavamo aziende giovani, capaci di manufatti di alta gamma, ma non troppo famose, perché quelle di solito volano anche troppo alto e noi invece partiamo da terra e abbiamo bisogno di aziende disposte a coinvolgersi partendo da quel che già fanno per trasformarlo e costruire qualcosa di nuovo.

Oggi abbiamo certamente realizzato qualcosa che prima non c’era: Il Barcellona Made in Italy Point esiste e si trova nel centro della città a 100 metri dal MACMA, il museo di arte moderna e contemporanea, e dal Fad, il collegio che riunisce le arti decorative. Abbiamo uno show room in una posizione strategica per il flusso di visitatori qualificati che quella zona offre”.

“Il Barcellona Made in Italy Point, nasce inizialmente come un qualsiasi altro progetto – spiega Armando Giudici di CDO – dall’idea di aprire un ufficio da adibire a show room che si presti a essere anche business centre ospitando le nostre aziende. E’ l’opportunità di avere una vetrina che ti propone ai rivenditori e agli studi di architettura di Barcellona suggerendo la possibilità di un contatto diretto con aziende produttrici senza l’onere di molteplici onerosi viaggi in Italia, così da avere i vantaggi dell’apertura di un mercato nuovo senza i costi che un’azienda da sola non potrebbe permettersi.

Si accede insieme a un bacino di potenziali clienti che diversamente sarebbero difficilmente raggiungibili. E così si ha incremento di notorietà e visibilità per ogni azienda coinvolta, si entra in un dimensione internazionale dove i contatti si moltiplicano. Tutto questo però restando quel che si è, senza onerosi investimenti perché il costo è condiviso e sopportabile. Il vantaggio invece è moltiplicato per dieci perché si è portati a lavorare insieme”.

E sta proprio in quest’ultimo fattore il principale beneficio dell’iniziativa delle aziende saronnesi: prima ancora di scoprire nuovi clienti, si sono scoperte fra loro generando conoscenza, stima e reciproco interesse, progettualità comuni. E con queste anche i primi ordini.

Ora la strada da percorrere per lanciare definitivamente il progetto è ancora molta; e non bisogna sottovalutare la crisi. Ma intanto ci sono anche le condizioni per affrontarla senza paura. Anche il primo dipendente assunto è italiano: una giovane disposta a trasferirsi per andare a lavorare in Spagna su questo nuovo progetto nato dal metodo della condivisione.

(Paolo Grisorio)