Mettete insieme alcune istituzioni caritative, risalenti al medioevo o nate nel secolo ventunesimo, un’associazione professionale sensibile ai temi sociali, una fondazione bancaria e amministratori pubblici attenti. È un mix di carità ed imprenditorialità particolarissimo quello che ha dato vita al progetto Panelabor, inaugurato a Padova nella sede della Fondazione Antonveneta. Una forma contemporanea di carità, se non fosse che ha al centro un’opera di misericordia vecchia come il mondo: dare oggi – ogni giorno – il pane quotidiano a chi non si può permettere di comprarlo.
Tutto nasce dall’incontro tra Luca Vecchiato, presidente del Gruppo Panificatori della locale Associazione commercianti (ma anche presidente nazionale dei panificatori), e Mario Dupuis, presidente della Fondazione Opera Edimar. A Ca’ Edimar, la realtà padovana per il disagio giovanile comprendente due case di accoglienza e due centri diurni, dal 2003 è attiva una scuola di cucina. Una ragazza della scuola va in stage nel panificio di Vecchiato, che incuriosito visita Ca’ Edimar e propone di dar vita a una scuola di panificazione. «Il nostro settore», spiega il leader dei panificatori, «è in costante ricerca di nuove leve e non è facile formare un bravo panettiere, anche perché di andare a imparare il mestiere di notte non ne vuol sapere nessuno». Detto, fatto. A settembre di quest’anno la scuola prende il via con 25 alunni.
Ma cosa fare con i macchinari di ultima generazione che la scuola impiega solo al mattino? Dupuis ha un’idea: «la nostra realtà caritativa può aiutare altri enti caritativi», in una specie di circolo virtuoso del buon pane. Così si contatta la Caritas Diocesana di Padova, l’Opera Pane dei poveri dell’Associazione Universale di Sant’Antonio e l’Associazione “La Formica”, quest’ultima legata al Banco Alimentare. La Fondazione Antonveneta, da parte sua, assicura un contributo di 35mila euro per assicurare il supporto logistico e produttivo (compresi i sacchetti con il logo “Il pane della solidarietà”) e la divulgazione dell’iniziativa.
Ad accrescere ulteriormente il tasso sociale dell’operazione sono i panettieri pomeridiani del Villaggio Edimar: persone in situazione di disagio, spesso segnalate dalla Caritas, «che attraverso l’arte di fare il pane», spiega Dupuis, «possono trovare l’opportunità di riconquistare se stessi oltre che di crescere professionalmente». Il tutto naturalmente sotto l’occhio vigile di panificatori professionisti della città di Padova. «I destinatari di questo intervento non sono nostri clienti», spiega Vecchiato, «ma persone che comunque non avrebbero potuto comprarlo, il pane. Per noi è chiaro: chi non può acquistarlo nei nostri forni ne ha comunque diritto gratis».
E così prende il via questa che per don Gianfranco Zenatto, direttore della Caritas Diocesana di Padova, è «un’opera di grande carità», che «dà da mangiare agli affamati, ma anche lavoro ai disoccupati», opera di misericordia più moderna, ma non meno importante. Una consuetudine che ha radici lontane nel tempo. Don Antonio Barbierato dell’Opera Pane dei poveri dell’Associazione Universale di Sant’Antonio ricorda che lo stesso sant’Antonio è associato da sempre al pane e che l’Opera con il supporto di Ca’ Edimar potrà allargare ulteriormente l’ambito delle 300 famiglie servite ogni giorno. Così come potranno fare i volontari de “La Formica”, una onlus con novanta volontari che a due a due ogni settimana riforniscono di generi alimentari di prima necessità le famiglie indigenti.
Al direttore della Fondazione Antonveneta Bruno Bianchi il compito di chiarire la filosofia dell’intervento: «La catena alimentare di Panelabor non sarebbe possibile senza la collaborazione virtuosa di più soggetti, associazioni ed enti, ognuno con il suo ruolo. È una valenza che abbiamo apprezzato, perché si tratta di un progetto che genera un valore ulteriore». Come a dire che la sussidiarietà si traduce in network, in una rete all’interno della quale ognuno gioca un ruolo particolare, ma con spirito di squadra.
Panelabor poi avrà anche un risvolto “estetico”. Pasquale Esposito, uno dei maggiori esperti italiani di lavorazione decorativa del pane, ha tenuto a Ca’ Edimar uno stage di quattro giorni. Di qui l’iniziativa “Pane artistico”, i cui prodotti verranno venduti a scopo benefico durante le festività natalizie nelle casette allestite dal comune in centro città per la fiera natalizia. Insomma: ancora una volta, carità genera carità.
(Eugenio Andreatta)