Per i ragazzi dell’Abruzzo è stato un esame di maturità tutto particolare: niente esami scritti, solo un esame orale onnicomprensivo. Ma certo non è stata questa la vera stranezza: di strano c’era tutto. Anche il fatto, probabilmente, di non avere la normale tensione che si ha quando si affronta un esame. Perché chi ha avuto la vita sconvolta in una notte guarda tutto con uno sguardo diverso, e con sentimenti diversi.



Per capire un po’ di questo strano esame di maturità affrontato dai ragazzi abruzzesi, pubblichiamo questa breve lettera che uno di loro, che ha sostenuto l’esame in questi giorni, ci ha spedito. Una testimonianza bella, e pensiamo utile per i nostri lettori.

 

Caro direttore,

Chi l’avrebbe mai pensato? Fino a quel momento il mio unico pensiero era l’interrogazione del giorno successivo ed invece mi sono svegliato nel cuore della notte sperando che tutto finisse nel minor tempo possibile. Il giorno successivo osservando il paesaggio che mi circondava mi sono subito accorto della gravità della situazione, ma il colpo più duro è stato sapere della scomparsa di persone a me care.



Di poi l’attenzione si è spostata sulla scuola e lì un unico pensiero mi ha sfiorato la mente: che ne sarà di me? In un certo qual senso mi reputo molto fortunato, dal momento che sono riuscito a studiare in situazioni migliori rispetto ad alcuni miei compagni di classe con i libri ed il loro passato sotto le macerie, costretti a studiare in situazioni di grave disagio come alluvioni e caldo torrido nelle tendopoli.

La nostra buona riuscita dagli esami non è stata solo una vittoria scolastica raggiunta ma è stato soprattutto un modo per dimostrare al mondo che non molliamo e che questo è solo il primo dei tanti traguardi che raggiungeremo se rimarremo uniti.



Grazie per l’attenzione.

Alessandro Michelini