Era il 14 maggio del 2009 quando dalla base spaziale europea in Guyana francese, a bordo di un Ariane 5 veniva lanciato il satellite Planck, con un lancio congiunto con un altro telescopio spaziale denominato Herschel.

Scopo della missione Planck è studiare la radiazione del fondo cosmico a microonde, che riempie tutto l’universo e proviene dalle profondità del tempo e dello spazio, essendo stata emessa poco dopo il Big Bang, nell’infanzia del cosmo.



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CON IL LANCIO DI PLANCK

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Dopo un viaggio di circa sei settimane Planck è andato a mettersi in orbita attorno al cosiddetto punto lagrangiano L2, collocato a 1,5 milioni di Km dalla Terra in direzione opposta al Sole. L2 è la posizione ideale per svolgere il lavoro che deve fare Planck: è un punto di equilibrio del campo gravitazionale combinato della Terra e del Sole e nel corso dell’anno si muove insieme alla Terra attorno al Sole, mantenendo sempre la stessa posizione rispetto alla Terra.



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CON IL VIAGGIO DI PLANCK

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A bordo di Planck ci sono due strumenti per osservazioni di precisione: uno è l’High Frequency Instrument (HFI), sviluppato da un consorzio a guida francese, l’altro è il Low Frequency Instrument (LFI) sviluppato da un consorzio a guida italiana con la leadership di Marco Bersanelli e Reno Mandolesi.

 

I due strumenti hanno lo stesso obiettivo: ricevere i fotoni del fondo cosmico e realizzare una mappa dell’universo a circa 380.000 anni dopo il Big Bang. La principale differenza tra le due apparecchiature sta nelle frequenze di ricezione: LFI opera fra 30 e 70 GHz, mentre HFI opera fra 100 e 800 GHz. Una così grande copertura in frequenza (che è una caratteristica unica della missione Planck rispetto alle precedenti) è necessaria per poter separare il segnale cosmico di fondo dagli altri segnali di origine celeste.



 

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CON L’ASSEMBLAGGIO DEGLI STRUMENTI DI PLANCK

 

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Ora, a poco più di un anno dal lancio e dopo 18 anni dall’avvio del progetto, ecco la prima mappa completa. È la prima spettacolare immagine ottenuta dalla scansione dell’intera volta celeste raccogliendo non la luce visibile ma quella radiazione a microonde emessa dall’universo 13,7 miliardi di anni fa nelle prime fasi della sua espansione.

 

L’immagine mostra sovrapposti due tipi di segnali: attorno all’asse orizzontale c’è una striscia nebulosa violetta, dovuta alle emissioni provenienti dalla Via Lattea; sullo sfondo rossastro il fondo cosmico, che non è liscio ma leggermente increspato: sono le tracce lasciate dalle strutture cosmiche in formazione e dalla precisione con cui Planck le ha trasmesse deriveranno le nostre possibili conoscenze circa i primi passi del cosmo e, forse, anche qualcosa di più.

 

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DELLA MAPPA COMPLETA DI PLANCK 

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