DA NEW YORK – Sheila e Kevin sono sposati ormai da 10 anni ma, nonostante un grande desiderio, figli non ne sono mai arrivati. Quando ormai sembra che non ci siano più speranze, data la loro età, Sheila scopre di essere incinta. Non ci possono credere, che gioia! Ed è una bimba!
Sheila fa tutti i controlli di routine e, durante l’ecografia, i medici vedono qualcosa che non va, allora Sheila si sottopone a esami più approfonditi che rivelano che la bimba ha una grave condizione genetica. “Ma che storia è questa?” si chiedono Sheila e Kevin, “prima un dono così grande, poi la promessa sembra spezzata, ma perché?”
Con questa domanda aperta incontrano la neonatologa che si prenderà cura della loro bimba dopo la nascita. Anche lei non sa come rispondere, però – suggerisce – “la vostra bimba c’è, allora, invece di pensare al fatto che i suoi cromosomi non sono normali, guardiamo a lei e vediamo come la promessa si compie”.
Jasmine nasce a termine di gravidanza, è piccolina, pesa solo 1800 grammi, però piange e respira bene e tutti i suoi organi sembrano intatti. Prima della sua nascita Sheila e Kevin erano stati informati che molti di questi bimbi non ce la fanno neppure a superare il parto, invece Jasmine sembra comportarsi meglio di ogni aspettativa… Sheila e Kevin, si guardano, sorridono, e si dicono con gli occhi, “la promessa si sta compiendo”.
Dopo due settimane Jasmine viene dimessa dall’ospedale, la mamma ha imparato a nutrirla con un sondino perché Jasmine è un po’ debole per succhiare, però continua ad essere vivace e cresce piano piano.
Un altro piccolo passo verso il compimento della promessa.
Jasmine vuole vivere, ma il suo corpo è debole e spesso deve essere ricoverata per infezioni respiratorie. Inoltre i medici notano che ha un piccolo buco nel cuore che le procura sintomi di scompenso cardiaco, dapprima lievi e poi sempre più importanti, per cui a 6 mesi di vita è un continuo dentro e fuori dall’ospedale. I medici propongono a Sheila e Kevin un doppio intervento chirurgico per cercare di migliorare la situazione. Propongono di applicare una tracheotomia, cioè di inserire un tubo nella trachea per aiutarla a respirare però Jasmine dovrà vivere attaccata ad un respiratore per lungo tempo. Inoltre offrono un intervento chirurgico per chiudere il buco nel cuore.
Questa conversazione è difficile. Sheila e Kevin vogliono che Jasmine viva, però non riescono ad immaginare la loro bimba attaccata ad un ventilatore per lungo tempo, forse per anni. Sarebbe una condizione di sofferenza importante, ma se non si interviene Jasmine non sopravviverà. Guardano Jasmine e ancora una volta si chiedono come si compirà la promessa. Si ricordano del colloquio fatto durante la gravidanza e decidono di interpellare la neonatologa che li aveva accompagnati ad accogliere Jasmine.
La situazione è difficile, sembra non esserci una soluzione ideale, la neonatologa suggerisce di seguire Jasmine e seguire anche il loro desiderio di genitori. “Molti genitori come voi pensano che vivere la vita attaccati ad una macchina procuri troppa sofferenza al loro bimbo, per cui va bene non farlo, se non ve la sentite. Facciamo un passo alla volta. Perché non fare l’intervento al cuore e vedere come Jasmine risponde dopo l’intervento. Magari quello basta a risolvere i suoi problemi respiratori”.
La speranza per il compimento della promessa si riaccende.
Qualche giorno dopo Jasmine è operata al cuore senza complicazioni, torna a casa dopo due settimane e sembra stare bene.
Otto anni dopo continua a respirare bene e l’ipotesi della tracheotomia è cancellata per sempre.
Jasmine, i suoi genitori e la loro neonatologa ci insegnano a tenere aperto il desiderio e a seguire la realtà, perché la promessa si compie sempre.
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