Massimo Carandente, uno dei “fratelli di Dio” indagati per la strage di Altavilla Milicia con Giovanni Barreca, si sarebbe convinto di poter uscire di prigione entro il prossimo giugno e avrebbe insistito parecchio con il suo legale per massimizzare gli sforzi nell’ottica di una improbabile scarcerazione. Ci sarebbe anche questa insistenza, fonte di una divergenza di vedute con la sua difesa, a fare da cornice all’uscita di scena del difensore Marco Rocca, avvocato che fino a poche ore fa lo ha assistito e che ora avrebbe deciso di rimettere il mandato perché sarebbe venuto meno il rapporto di fiducia con il suo cliente.



Gli ho spiegato che non è solo chiedendo scusa che si può andare via, evidentemente non ha ancora afferrato che le accuse nei suoi confronti sono pesantissime“, ha spiegato Rocca, riporta il Giornale di Sicilia, contestualmente alla formalizzazione della sua decisione di rinunciare all’incarico. Secondo quanto riferisce lo stesso quotidiano, la difesa potrebbe passare nelle mani del collega Salvatore Cusumano, in precedenza già nominato sostituto processuale. Fermo, invece, l’assetto della linea difensiva per quanto riguarda la moglie di Massimo Carandente, Sabrina Fina, assistita dall’avvocato Franco Critelli. Quest’ultimo, alle telecamere di Ore 14, ha sintetizzato la versione della sua assistita – pronta all’interrogatorio davanti ai magistrati – parlando di un racconto che contrasta con la narrazione dei fatti fornita dallo stesso Giovanni Barreca e dalla figlia 17enne di quest’ultimo, i quali dopo l’arresto hanno subito puntato il dito contro la coppia ascrivendole la totale responsabilità degli omicidi di Antonella Salamone e dei due figli Kevin e Emanuel, di 16 e 5 anni.



Strage Altavilla, Giovanni Barreca: “Io come Giobbe, eletto dal Signore”

In cella, dove è rinchiuso dal febbraio scorso, Giovanni Barreca continuerebbe a manifestare pensieri deliranti e una inossidabile convinzione circa la presenza di “demoni” nella sua famiglia e nella villetta di Altavilla Milicia dove, secondo gli inquirenti, avrebbe sterminato moglie e figli con la complicità dei “fratelli di Dio” Carandente e Fina. Secondo quanto riportato da Ore 14, dopo essersi detto pronto a praticare un “esorcismo” su un detenuto che riterrebbe posseduto dal demonio, in carcere Barreca avrebbe dichiarato di essere un “eletto dal Signore” come “Giobbe”. 



Mercoledì si terrà un nuovo colloquio con il suo avvocato Giancarlo Barracato e con la criminologa Roberta Bruzzone, consulente della difesa, a ridosso di un atteso sopralluogo del pool nella villetta degli orrori. Il legale di Giovanni Barreca aveva già descritto la versione sostenuta dal suo assistito ai microfoni della Tgr Sicilia, poche settimane fa: “Dalle immagini che gli sono affiorate alla mente emerge l’insistenza dei due (Sabrina Fina e Massimo Carandente, ndr) nei confronti di tutta la famiglia. Non riconduce questi atti di violenza a se stesso, non li ha posti in essere lui. Era in una situazione particolare, non capiva quello che succedeva sostanzialmente. Era imbambolato, l’ha detto più volte. La figlia veniva in qualche maniera coinvolta da parte dei due, era sempre con loro, accanto a loro, veniva abbracciata da Massimo e Sabrina. Giovanni Barreca è convinto che il figlio piccolo e la mamma sono in Paradiso. Di Kevin non parla“.