Il programma di Rai Uno, Storie Italiane, ha aperto stamane con il caso della strage di Altavilla che ha visto Giovanni Barreca uccidere moglie e due figli in quanto convinto che ci fossero delle presenze demoniache in casa. In collegamento vi era Calogero e la signora Rosalia, fratello e mamma della donna assassinata Antonella Salamone: “E’ una cosa assurda, mai avrei potuto immaginare una cosa del genere, non è emerso nulla da mia figlia, ci eravamo sentiti la domenica, le avevo chiesto come andava e mi aveva detto che andava bene, per me era tutto a posto, non era trapelato nulla”.
E ancora: “Mi aveva detto che c’era una coppia che doveva andare a casa loro e che voleva pregare con loro, ma lei non era proprio convinta, io le avevo detto di fare attenzione ma lei mi aveva detto che erano persone che avevano conosciuto in chiesa, io poi non ho saputo più nulla. Mi hanno detto che questa coppia dormiva in casa loro il sabato e poi andava via la domenica, ma non sapevo chi fossero”.
STRAGE ALTAVILLA, LE PAROLE DEL FRATELLO DELLA VITTIMA
Ha preso quindi la parola Calogero, il fratello della donna uccisa ad Altavilla: “Nelle ultime settimane mia moglie e mia sorella hanno parlato di questa coppia. Le avevano detto che lei era sbagliata ed era colpa sua se mio cognato non trovava lavoro. Ho pensato che fossero dei fanatici religiosi che volessero portarli nella loro Chiesa. Mia sorella non mi aveva neanche mai detto che mio cognato la picchiava”.
Quindi si è rivolto alle telecamere: “Io far di tutto per fare in modo che voi non usciate più dal carcere, qui c’è premeditazione. Io so che Giovanni aveva questa cosa già dentro e questa coppia è stata la spinta, io so come sei fatto e ti dico che da lì non devi uscire”.
STRAGE ALTAVILLA, LA MAMMA DI ANTONELLA: “VORREI CHE LA RAGAZZINA TORNI A CASA”
E ancora: “Ora inizio a capire molte cose, lui aveva già cercato di allontanare Antonella da noi, ma questa volta era un distacco certo”. Sul presunto stato di infermità mentale di Giovanni Barreca, Calogero spiega: “Era una persona che lavorava bene, quindi vuol dire che la testa funziona. Non era uno che faceva facilmente amicizia in quanto era timido, ma quando prendeva confidenza risultava essere una persona normale, quindi non capisco la malattia mentale, visto che dalle sue prime ore ha detto che aveva fatto solo del bene e aveva liberato le sue vittime, secondo me sono cose che gli ha consigliato un avvocato e non sue”.
La mamma di Antonella ha poi fatto un appello affinchè la ragazzina rimasta in vita possa andare a vivere fin da subito a casa loro: “E’ la cosa più preziosa che ho, non mi è rimasto nulla di mia figlia e dei miei due nipotini ma almeno questo devo recuperarlo anche se sarà molto difficile perchè quello che ha vissuto è molto grande. Voglio verità e giustizia”, conclude.