Le indagini sulla strage Altavilla Milicia sono chiuse e per Giovanni Barreca, che ha confessato di aver massacrato la moglie e due figli, sono ore di attesa, in quanto la Cassazione deve decidere se farlo uscire dal processo. Stando a quanto riportato da Repubblica, l’avviso della chiusura dell’inchiesta è stato notificato anche a Sabrina Fina e Massimo Carandente, la coppia di amici ritenuta “regista” della strage avvenuta nel febbraio dell’anno scorso.



Ma è accusata anche la primogenita di Barreca, che non era maggiorenne all’epoca dei fatti e che, tra l’altro, non si è mai pentita di aver partecipato alle torture e omicidi della madre Antonella Salomone e dei fratelli Kevin ed Emmanuel, rispettivamente di 16 e 5 anni.

Per la giovane il gup per i minorenni prenderà a gennaio una decisione riguardo la capacità di intendere e volere quando è avvenuta la strage Altavilla Milicia. Invece, al padre è stata già riconosciuta l’infermità mentale, quindi ora bisogna stabilire se lo è del tutto o solo parzialmente.



SU COSA DEVE DECIDERE LA CASSAZIONE

L’avvocato Giancarlo Barracato, che rappresenta Giovanni Barreca, ha presentato ricorso in Cassazione, che quindi dovrà pronunciarsi sulle condizioni psichiche per poi procedere con il rinvio a giudizio degli indaganti. La procura, che ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini sulla strage Altavilla Milicia, ora attende la Suprema Corte. Una pronuncia decisiva, perché se Barreca venisse ritenuto del tutto incapace di intendere e volere, allora non andrebbe a processo, non potendo essere imputabile. Se invece venisse confermata la pronuncia del tribunale del Riesame, allora potrà essere chiesto il processo anche per lui.



STRAGE ALTAVILLA MILICIA, LE TORTURE TERRIFICANTI

Le indagini hanno appurato che la moglie di Giovanni Barreca e i suoi due figli sono stati vittime di un terribile esorcismo con diversi oggetti, dagli attrezzi da camino a padelle, corde, catene e un phon rovente. Quest’ultimo sarebbe stato puntato contro Antonella Salamone, ma sarebbe anche stata presa a schiaffi, calci e pugni, oltre ad essere stata colpita con una padella. Inoltre, sarebbe stata torturata con attrezzi da camino incandescenti e dopo la morte il suo corpo è stato dato alle fiamme.

Uno dei figli sarebbe stato legato al letto, picchiato e indotto a vomitare per il caffè amaro iniettato in bocca, dove gli sarebbe stato infilato anche un phon rovente acceso. L’altro figlio sarebbe stato picchiato e incaprettato, morendo soffocato.