Giovanni Barreca, accusato della strage di Altavilla Milicia in cui sono morti moglie e due figli – e per la quale risultano indagati l’altra figlia 17enne e una coppia di presunti complici, Massimo Carandente e Sabrina Fina -, è stato trasferito dal carcere Pagliarelli di Palermo a quello di Enna. Una misura “urgente”, secondo quanto si apprende, disposta dalle autorità per motivi di sicurezza che avrebbe innescato la protesta dell’avvocato dell’uomo, Giancarlo Barracato.
Nei giorni scorsi era trapelata la notizia secondo cui Barreca avrebbe voluto praticare un esorcismo su un detenuto che riterrebbe “posseduto dai demoni”, e questo potrebbe aver contribuito ad esacerbare gli animi di altri reclusi all’interno della struttura del capoluogo siciliano in cui si trovava dall’immediatezza del suo arresto. La consulente di parte Roberta Bruzzone, criminologa attualmente membro del pool difensivo di Barreca, ha confermato a Ore 14 il trasferimento: “Barreca ha ricevuto delle minacce, ritenute molto serie dall’istituto penitenziario – ha commentato Bruzzone –, e quindi si è ritenuto, per la sua sicurezza, di trasferirlo rapidamente. Aumenta sensibilmente la difficoltà a raggiungerlo, obiettivamente. Un conto è il Pagliarelli che è facilmente raggiungibile anche per noi, questo è un altro carcere al centro della Sicilia ed è complicato anche per l’avvocato dare una continuità nel supporto al signor Barreca in momento complesso. La motivazione della sicurezza è sacrosanta, credo però che il Pagliarelli sia in grado di provvedere alla sua sicurezza e ci auguriamo di farlo rientrare a breve“.
Strage Altavilla Milicia, Barreca trasferito urgentemente a Enna. Il legale non ci sta
Barreca, secondo la difesa ancora in preda a un “delirio mistico” dopo gli omicidi della moglie Antonella Salamone e dei figli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni, avrebbe continuato a parlare di possessioni e a “vedere il demonio” persino dietro le sbarre del Pagliarelli di Palermo. Nonostante fosse in isolamento, secondo quanto ricostruisce Giornale di Sicilia, nei giorni scorsi avrebbe manifestato la volontà di sottoporre un detenuto a un esorcismo dopo aver sentito alcuni lamenti provenire dalla sua cella. Le esternazioni di Barreca avrebbero alimentato presunte tensioni con altri detenuti e per paura di ritorsioni si sarebbe deciso il suo immediato trasferimento a Enna. Una misura di carattere urgente eseguita venerdì scorso e della quale il suo avvocato, che avrebbe già proposto istanza di revoca del provvedimento, non sarebbe stato previamente informato.
Secondo la difesa, a Enna – che sarebbe stata individuata quale destinazione utile per via della ridotta popolazione carceraria e della maggiore capacità di controllo e assistenza – non sarebbero presenti gli stessi “supporti psicologici” che erano stati messi a disposizione dell’indagato nella struttura palermitana. Stando a quanto ricostruito dalla criminologa Bruzzone, sua consulente, Barreca sarebbe stato oggetto di minacce: “È emerso che lì c’erano alcuni detenuti che parrebbero essere stati interessati a fargli del male alla prima occasione utile, quindi chiaramente l’Istituto si è sentito di dover provvedere in questo modo. Lui prega, non è che li infastidisce, anche perché non ha contatti con nessuno essendo in isolamento“.