Salah Abdeslam, l’unico terrorista sopravvissuto alla strage del Bataclan del 13 novembre 2015, uno dei vari attentati di quel giorno in cui rimasero uccise in Francia complessivamente 137 persone, sta rilasciando diverse dichiarazioni durante il processo nelle quali ammette le proprie responsabilità. Il trentenne belga-marocchino ha risposto ai giudici che gli avevano chiesto perché avessero deciso di colpire la Francia. «Perché è il Paese che bombardava lo Stato islamico senza fare distinzione tra uomini, donne e bambini – ha detto -. Abbiamo voluto che la Francia provasse lo stesso dolore». Poi ha aggiunto: «Certo, abbiamo colpito la popolazione ma non c’era niente di personale». Le parole “jihadismo” e “terrorismo”, secondo Abdeslam, «sono termini che creano confusione. Io dico che non sono terroristi, sono autentici musulmani».
Hamza Attou, uno dei tre amici che aveva riportato Abdeslam in Belgio dopo gli attentati, la notte del 13 novembre, ha dichiarato: «In nessun momento volevo fare terrorismo». Un altro imputato, Farid Kharkhach, secondo quanto scritto dal quotidiano “la Repubblica”, ha detto quasi in lacrime: «Ho fornito falsi documenti ma non immaginavo che servissero a un massacro». Yassine Atar, fratello minore del mandante Oussama Atar (presunto morto in Siria), ha ripetuto più volte: «Quello è mio fratello, non sono io». All’uscita dal processo, i due legali che difendono Abdeslam hanno chiesto ai media di non enfatizzare le dichiarazioni del loro cliente.
STRAGE BATACLAN, SALAH ABDESLAM: “HOLLANDE SAPEVA CHE AVREBBE PORTATO FRANCESI A INCONTRARE LA MORTE”
Salah Abdeslam, per la strage del Bataclan, rischierebbe l’ergastolo alla fine del percorso giudiziario che durerà 9 mesi. Abdeslam durante il processo ha citato l’ex presidente francese François Hollande che aveva varato l’intervento militare con l’Isis. «Sapeva che la sua decisione avrebbe portato i francesi a incontrare la morte», ha detto, ricordando Chirac che nel 2003 rifiutò di partecipare alla guerra in Iraq. «Perché si rendeva conto che avrebbe provocato un movimento di odio anti-francese». Erano pochi i parenti delle vittime presenti al processo. Nei giorni scorsi qualcuno ha gridato a Abdeslam “bastardo”, “pezzo di merda”.
«So che alcuni dei miei propositi possono urtare le anime sensibili. Lo scopo non è girare il coltello nella piaga, ma voglio dire la verità alle vittime. Il minimo che devo loro è essere sincero». «Non dobbiamo trasformare questo processo in un frastuono permanente», ha commentato l’avvocato di Salah Abdeslam, Martin Vettes. «Siamo consapevoli che qualsiasi cosa faccia o dica sarà odiato – ha aggiunto – ma è presente e parla, e già questo non era scontato».