Strage di Brandizzo, parla il caposquadra Andrea Girardin Gibin miracolosamente sopravvissuto all’incidente nel quale hanno perso la vita cinque operai, tragicamente travolti dal treno mentre erano a lavoro sui binari. Gibin è attualmente coinvolto nell’inchiesta giudiziaria che sta cercando di far luce sulla vicenda e attribuire delle responsabilità per la tragedia che ha colpito i lavoratori, e da quando è accaduto il grave espisodio non aveva mai parlato pubblicamente. Ora in un’intervista rilasciata a La Repubblica ammette che quel modo di lavorare era una consuetudine, e dice: “Abbiamo sempre lavorato così, nessuno ci ha mai fermato“.
E prosegue: “La nostra era una squadra affiatata, ma facevamo quello che dicevano“, il via libera infatti veniva dato da parte delle ferrovie che garantivano il nulla osta. “Si è sempre fatto così e ora tutti dicono che non si deve, a noi però non lo dicevano“. E afferma anche di avere notevoli problemi dal punto di vista psicologico, dopo quello che è accaduto dice: “Non riesco neanche a guardare la tv, prendo le medicine, solo il pensiero del rumore del treno mi fa paura“.
Caposquadra Brandizzo: “Eravamo nelle mani di chi ci diceva cosa fare e non controllava”
Andrea Girardin Gibin, il capo della squadra di operai che hanno perso la vita nell’incidente ferroviario di Brandizzo, intervistato da Repubblica, rompe il silenzio in merito alle responsabilità della tragedia e ricorda i suoi compagni rimasti vittime di una strage che poteva essere evitata. Attribuendo di fatto una colpa, specialmente a chi dava loro ordini di iniziare a lavorare ed in quali condizioni, senza vigilare sulle norme di sicurezza. “Siamo nelle mani di questi signori, ci danno l’ok e noi facciamo. Sono loro che ci dicono cosa fare e quando iniziare, e in questo caso è andata male“.
Per il resto, ammette di non poter dire altro in merito, almeno finchè non sarà chiusa l’inchiesta. Ma ci tiene a sottolineare che si ritiene un miracolato e che ora vive costantemente con il dolore per i colleghi morti e con il ricordo di quel momento: “Ho visto una luce e quando solo saltato fuori dalla ferrovia mi sono girato ed il treno stava ancora passando. Bastava un secondo in più ed ero morto.”