Il processo sulla strage della Loggia a carico di Roberto Zorzi, accusato di essere l’esecutore materiale, è iniziato nei giorni scorsi e poi subito rinviato al prossimo 18 giugno, quando sarà il cinquantesimo anniversario dai fatti. Il motivo, come riportato da Avvenire, è da ricondurre al fatto che mancano dei giudici competenti a tal punto da potersene occupare. “Non siamo in grado di formare un collegio dedicato per affrontare questo procedimento per congestionamento delle udienze. Non possiamo fare un calendario”, ha affermato il presidente della Corte, Roberto Spanò.



Nelle scorse settimane era stato già chiesta al presidente del tribunale di Brescia, Vittorio Masia, la possibilità di avere dei nuovi giudici per la sezione. Le professionalità però non sono arrivate in tempi tali da evitare il rinvio. “Stiamo avendo un dialogo molto importante e mi è stato assicurato massimo impegno per garantire risorse. Ma servono risorse in carne e ossa e non sulla carta”, ha aggiunto. 



Strage della Loggia, processo iniziato e rinviato: i motivi dello slittamento

Roberto Spanò da parte sua ha rassicurato che il processo sulla strage della Loggia, iniziato e poi rinviato, “non è a rischio”. Anzi, la volontà è quella di concluderlo il prima possibile, ma nelle migliori modalità. È per questo motivo che il presidente della Corte ha promesso che “se arriveranno le risorse” sarà data la possibilità di “svolgere tre udienze al mese” in modo tale da “chiudere il dibattimento entro nove mesi. Sarebbe una delle sue ultime azioni, dato che nell’aprile del 2025 lascerà l’incarico.



L’aspetto certo ad ogni modo è che c’è ancora tanto da chiarire su quanto accadde il 28 maggio 1974 a Brescia. A distanza di cinquant’anni ancora non c’è una condanna definitiva. Roberto Zorzi, all’epoca ventunenne, è accusato di essere, con l’allora minorenne Marco Toffaloni, che sarà giudicato dal tribunale dei minori, uno degli esecutori materiali dello scoppio che provocò otto vittime e 102 feriti. Attualmente vive a Washington, ma l’avvocato Stefano Casali ha assicurato che “non vuole sottrarsi al processo”.