Ricorso in Cassazione della difesa di Gilberto Cavallini, l’ex Nar condannato in primo e secondo grado all’ergastolo per la strage di Bologna avvenuta alla stazione il 2 agosto 1980. Le vittime furono 85, oltre 200 i feriti. Gli avvocati che lo assistono, Pellegrini e Bordoni, secondo quanto riporta Ansa punterebbero all’annullamento della sentenza della Corte d’Assise d’appello del capoluogo emilano e ora il processo a suo carico arriva davanti alla Suprema Corte.
Stando alla ricostruzione del Resto del Carlino, i difensori avrebbero prodotto un documento di 114 pagine nel quale si tratterebbero altri quattro punti chiave per sostenere l’impugnazione dell’esito giudiziario davanti agli ermellini. Tra questi ci sarebbe la richiesta di ritenere inutilizzabili le dichiarazioni di persone oggi decedute o irreperibili, e quindi non più esaminabili dalla difesa, acquisite in procedimenti nei quali l’ex terrorista non era coinvolto. Il terzo punto sul quale si fonderebbe il ricorso verterebbe sulla violazione del principio del “ne bis in idem” in appello: per i difensori, infatti, l’mputato era già stato giudicato per la condotta ascrittagli nell’ambito del processo che portò alla condanna per strage di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. La difesa contesterebbe anche la mancata assunzione di prove ritenute “decisive”.
2 agosto 1980, 44 anni fa la bomba che sventrò la stazione provocando 85 morti
Il 2 agosto prossimo saranno trascorsi 44 anni dalla strage di Bologna, da quel giorno dell’estate del 1980 quando una bomba sventrò la stazione centrale del capoluogo emiliano provocando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. Un bilancio agghiacciante per una delle pagine più atroci e sinistre della cronaca nera italiana, un attentato che fece ripiombare il Paese nell’incubo terrorismo. L’orologio fermo alle 10:25, ora dell’esplosione di una valigia di tritolo posizionata nella sala d’aspetto, sarebbe diventato il simbolo di quell’orrore e ancora oggi richiama alla mente ricordi terribili.
I vigili del fuoco intervenuti dopo l’accaduto si trovarono immersi in una scena apocalittica. Intorno macerie, urla, lacrime, sangue e disperazione. E due primi, pesantissimi interrogativi: chi e perché aveva fatto tutto questo? Oggi Cavallini ricorre in Cassazione contro la sentenza d’appello che ha confermato l’ergastolo a suo carico per concorso esterno nella strage già stabilito in primo grado. Stessa pena comminata in via definitiva ai terroristi neri Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti e che furono ritenuti esecutori dell’attentato.