Confermato l’ergastolo per Gilberto Cavallini nel processo sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980. Lo ha deciso la Corte d’Assise d’Appello di Bologna dopo sette ore di camera di consiglio. Alla lettura della sentenza in aula non era presente l’ex terrorista dei Tar, bensì il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, il quale ha dichiarato: “Questa sentenza elimina completamente la pista palestinese, grazie alle ultime desecretazioni volute dal governo Draghi, e anche la pista dell’attentato compiuto dagli spontaneisti armati“. Bolognesi, come riportato da La Stampa, ha ribadito che i Nar non agirono da soli, ma precisato che “erano collegati a tutti gli altri gruppi eversivi d’allora, e collegati in maniera molto stretta ai servizi segreti italiani“. Ora intendono concentrarsi sul processo d’appello a Paolo Bellini.



Per l’avvocato Andrea Speranzosi, membro del pool di legali di parte civile che assistono i familiari delle vittime, questa sentenza riqualifica la strage di Bologna in strage politica, oltre a confermare la condanna all’ergastolo di Gilberto Cavallini, “con un riconoscimento chiaro dell’imputazione contestata in un processo che ha avuto due importanti novità in appello“. Il riferimento è, in primis, al crollo documentato della tesi difensiva della pista palestinese, “che si è completamente sgretolata in base alla documentazione portata dalla Procura generale in aula“, e la conferma dei rapporti tra i Nar, “gruppo di terroristi neofascisti legati a Ordine Nuovo veneto colluso con apparati dello Stato infedeli alla Repubblica e alla democrazia“.



STRAGE DI BOLOGNA: LE TAPPE DELLA VICENDA

La strage di Bologna si verificò il 2 agosto 1980 alle ore 10:25: ci fu una violenta esplosione nella stazione centrale che causò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200. Si tratta del più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra, ed uno dei più agghiaccianti fra quelli che si sono verificati nei cosiddetti anni di piombo. Negli ultimi anni c’è stata un’accelerazione per completare il quadro di esecutori e mandanti. Gli autori furono i terroristi dei Nar, con la presunta complicità di altri esponenti del mondo della destra eversiva. Ma l’ideazione, secondo l’ultima sentenza della Corte di assise, della P2 con l’aiuto dei servizi deviati. Ma i membri del “secondo livello” sono tutti morti, quindi non è stato possibile giudicarli.



La prima ipotesi fu quella dello scoppio di una caldaia o delle tubature del gas, ma si passò subito all’esplosivo, fu una bomba ad alto potenziale ad esplodere. Dopo una lunga serie di processi, sono stati condannati all’ergastolo Valerio Fioravanti e Francesca Membro, “gli sposi neri” che facevano parte dei Nar. Nel 2007 arrivò la condanna a Luigi Ciavardini, esecutore della strage che si è sempre proclamato innocente. Per quanto riguarda i depistaggi, sono stati condannati Licio Gelli, Francesco Pazienza, gli ex ufficiali del Sismi Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Nel 2015 è passata in giudicato anche la sentenza civile che condannò Membro e Fioravanti al risarcimento di oltre due miliardi allo Stato. Entrambi hanno scontato le pene e sono liberi, come Ciavardini.