È Paolo Bellini, secondo la Procura generale del capoluogo felsineo, il presunto esecutore materiale della Strage di Bologna che in quell’infausto 2 agosto del 1980 costò la vita a 85 persone e causando il ferimento di oltre 200. Tra i quattro avvisi di conclusione indagini notificati questa mattina c’è anche il 67enne ex militante di Avanguardia Nazionale, soprannominato “la primula nera”, che è stato anche informatore dei Servizi, rientrato nell’indagine dopo il proscioglimento del 1992 che è stato di fatto revocato accogliendo la richiesta del gip Francesca Zavaglia. Bellini avrebbe agito per conto di Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi che in comune tra di loro hanno non solo il fatto di essere ritenuti, a diverso titolo, tra i mandanti, finanziatori oppure organizzatori della strage alla stazione ma anche di essere tutti oramai deceduti da tempo (con conseguente futura archiviazione per via della “morte del reo”), aspetto su cui nelle ultime ore si stanno concentrando le critiche dell’associazione dei famigliari delle vittime che spiegano come si sia arrivati a dei risultati con notevole ritardo. (agg. di R. G. Flore)



INDAGINI CONCLUSE, “GELLI E ORTOLANI TRA I MANDANTI”

Si sono concluse le indagini riguardanti i mandanti della strage di Bologna, la bomba fatta esplodere il 2 agosto del 1980, e che provò 85 vittime e più di 200 feriti. La procura generale felsinea ha notificato quattro avvisi in cui vengono contestati i reati di concorso in strage e di depistaggio. Come riferisce l’edizione online de Repubblica, il 63enne di Reggio Emilia, Paolo Bellini, è accusato di concorso alla strage. Si tratta di un’ex primula nera di Avanguardia Nazionale, nonchè informatore dei servizi, prosciolto nel 1992. Assieme a lui avrebbero agito Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti e tutti ritenuti, come scrive Repubblica, “mandanti, finanziatori o organizzatori”. Le indagini hanno permesso di portare alla luce un video girato in stazione a Bologna da un turista straniero, in cui si vede un uomo che avrebbe le fattezze proprio di Bellini.



STRAGE DI BOLOGNA, L’ASSOCIAZIONE DELLE VITTIME: “POTEVAMO RISPARMIARE 10/15 ANNI”

Nel mirino degli inquirenti è finito anche l’ex generale dei servizi segreti di Padova, Quintino Spella, oggi novantenne, accusato di depistaggio. Questi avrebbe negato di aver ricevuto nel luglio del 1980 dal giudice Tamburino, le rivelazioni in merito al fatto che l’ex terrorista Presili avrebbe compiuto una strage. Per depistaggio sotto indagine anche Piergiorgio Segatel, ex carabiniere del Nucleo investigativo di Genova, nonché Domenica Cadracchia. Questo nuovo filone di indagine è nata dopo una memoria difensiva presentata alla procura di Bologna da parte dei legali dell’Associazione dei familiari delle vittime del 2 Agosto: inizialmente era stata richiesta l’archiviazione, poi la procura generale aveva avocato l’inchiesta. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, ha commentato così gli ultimi risvolti: “Si va nella direzione dei documenti che avevamo predisposto noi per la Procura. Il problema è che sono passati 40 anni, forse se ne potevano risparmiare 10-15. Ora speriamo che si possa mettere le mani sui mandanti fino in fondo. Bisognerà leggere i documenti, valutare, vedere e questo sarà compito degli avvocati. Mi fa piacere che possa avere efficacia la legge sul depistaggio che ho voluto quando ero in Parlamento”.

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