Sono trascorsi quarant’anni dalla strage di Bologna e da quel tragico 2 agosto 1980 non si è mai fermata la ricerca della verità. Questa mattina, nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio, i familiari delle vittime hanno incontrato il sindaco Virginio Merola, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il viceministro dell’Interno Vito Crimini, mentre in piazza Maggiora si è tenuta maxi-cerimonia con 2 mila persone presenti. «Basta segreti, è tempo di aprire i fascicoli», il giudizio della Casellati: «Dopo 40 anni, siamo tutti saturi di parole». Queste, su Twitter, le parole del premier Giuseppe Conte: «40 anni dalla #StrageDiBologna. Siamo al fianco dei familiari, di chi crede nello Stato, dei magistrati impegnati a squarciare definitivamente il velo che ci separa dalla verità. Lo dobbiamo alle 85 vittime innocenti, lo dobbiamo a noi stessi». (Aggiornamento di MB)



2 AGOSTO 1980, QUARANT’ANNI DALLA STRAGE DI BOLOGNA

Esattamente 40 anni fa, il 2 agosto del 1980, si verificava la strage di Bologna, l’attentato più sanguinario d’Italia: persero la vita 85 persone, e rimasero ferite altre 200. Fu un evento che sconvolse l’opinione pubblica dell’epoca, una sorta di nostro undici settembre per via delle immagini choc che passarono per ore sulle tv subito dopo l’attentato. Erano le 10:25 di quella calda mattina del 2 agosto di 4 decadi fa, quando una bomba da 23 kg, posizionata in una valigetta sopra un tavolino, esplose in una sala d’attesa della stazione. Un boato esagerato che fece cadere gran parte del tetto, e che nel contempo danneggiò il treno Ancona-Chiasso che stava sostando in quegli istanti sul binario 1. Nel giro di pochi secondi fu il caos, iniziarono i collegamenti delle tv, ma i telegiornali, forse anche per rassicurare l’opinione pubblica, parlarono inizialmente di esplosione di una caldaia. Solo in seguito si scoprì che era stata piazzata una bomba da un gruppo di estrema destra, alla luce anche delle prime rivendicazioni giunte nella tarda mattinata di quel terribile 2 agosto.



STRAGE DI BOLOGNA, LE PAROLE DI MATTARELLA

Fu una strage, con i medici e gli infermieri che furono richiamati dalle vacanze per dare man forte, e con il famoso autobus della linea urbana 37 che venne utilizzato per trasportare i morti, così da permettere alle ambulanze di soccorrere i centinaia di feriti. Iniziarono immediatamente le indagini, ma durarono per decenni, fino ad oggi, e di mezzo, depistaggi, omissioni, misteri, che non hanno permesso fino ad ora di scoprire in toto la verità. “In occasione del quarantesimo anniversario della strage della stazione – le parole rilasciate quest’oggi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riportate da Repubblica in data 2 agosto – che provocò ottantacinque morti e oltre duecento feriti, desidero, a distanza di pochi giorni dalla mia visita a Bologna e dall’incontro nel luogo dell’attentato, riaffermare la vicinanza, la solidarietà e la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime e alla città di Bologna, così gravemente colpiti dall’efferato e criminale gesto terroristico. Riaffermando, al contempo, il dovere della memoria, l’esigenza di piena verità e giustizia e la necessità di una instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia”.

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