Per molti non esistevano, per altri non si trovavano, ma le carte “fantasma” sulla strage di Bologna sono state trovate ed esaminate dal Giornale, secondo cui quattro nello specifico sono importanti, perché risalgono a pochi giorni dopo la tragedia. I servizi segreti all’epoca stavano approfondendo la pista mediorientale, ma nel mirino non erano finiti i palestinesi, bensì i fascisti italiani e i falangisti libanesi.



Un mix inedito per il quale le autorità italiane chiedevano un «urgente contatto» per ottenere qualsiasi elemento utile sui Kataeb riguardo la presenza di soggetti italiani nei campi di addestramento della destra cristiana libanese. Questa la richiesta di uno 007 a Stefano Giovannone, capo centro di Beirut.

COSA EMERGE DALLE INFORMATIVE

Non si escludeva l’ipotesi che personaggi della destra italiana, ricercati per vari reati, si fossero rifugiati in momenti diversi da amici e organizzazioni libanesi. Dunque, non ci fu alcun “buco” nel carteggio, anzi era intenso il ritmo dei contatti tra Roma e il Medio Oriente: ci sono due informative datate 9 agosto con le repliche trasmesse da Beirut il 21 dello stesso mese. La comprensione non è semplice a causa di alcuni omissis, ma emerge che nei campi kataeb ci sarebbe stato l’addestramento di militanti dell’estrema destra.



I servizi segreti italiani sembrarono puntare su questa traccia investigativa e, quindi, sui fascisti, che poi furono condannati a vari livelli nei processi che ci sono stati sulla strage di Bologna, alcuni dei quali sono ancora in corso, senza quindi escludere lo scenario libanese.

IL DEPISTAGGIO SULLA STRAGE DI BOLOGNA

Non quello palestinese, in quanto la magistratura aveva ritenuto la pista una suggestione priva di prove. Il Giornale si chiede se ciò sia dovuto alla necessità di proteggere i palestinesi e sviare i sospetti. La pista palestinese è legata all’ipotesi di una ritorsione per alcuni arresti del 1979 che avrebbero violato il lasciapassare italiano, il cosiddetto e presunto lodo Moro, accordato fin a quel momento alla resistenza palestinese.



Non solo i palestinesi non vennero “toccati”, ma proprio loro avrebbero imbeccato l’intelligence italiana, fornendo elementi che portavano in Libano, dove si sarebbero formati alcuni terroristi italiani, tra cui alcuni elementi che avrebbero avuto un ruolo nella strage di Bologna. «Una notizia campata in aria che non porterà a nulla ma allontanerà i sospetti da Palestinesi», conclude il Giornale.