Paolo Bellini, ex terrorista nero accusato di concorso in strage per l’attentato del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, è stato riconosciuto dalla ex moglie Maurizia, interrogata il 12 novembre 2019, nell’uomo con i capelli ricci e i baffi ripreso in stazione poco prima dell’esplosione della bomba: “Ho visto in questo momento il video e posso dire che la persona ritratta nel fermo immagine immediatamente dopo la colonna è il mio ex marito”.



L’uomo con i baffi e capelli ricci che si aggirava alla stazione appena prima della strage di Bologna non dimostra solo una “spiccata somiglianza” con le foto segnaletiche dell’epoca di Paolo Bellini, ma sarebbe dunque proprio lui in base alle parole della donna, che lo ha riconosciuto in quel filmato amatoriale diventato elemento probatorio per la procura generale di Bologna.



“Purtroppo è lui”, è la conferma messa a verbale dalla ex moglie di Paolo Bellini. Nei fotogrammi prima della colonna, aggiunge Maurizia Bonini, “non si riconosce bene perché il viso è alzato e girato da una parte”, dopo invece lo ha riconosciuto. Per Paolo Bellini, ex terrorista di Avanguardia Nazionale, la procura generale ha di recente chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di concorso nella strage che 40 anni fa fece 85 morti e oltre 200 feriti.

PAOLO BELLINI PRESENTE ALLA STRAGE DI BOLOGNA?

Bellini è ritenuto esecutore della strage alla stazione di Bologna in concorso con i quattro estremisti neri già condannati: Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. Ex estremista nero protagonista di una vita spericolata, Paolo Bellini per la strage di Bologna era già stato indagato, ma prosciolto il 28 aprile del 1992: negò la sua presenza in città la mattina del 2 agosto, indicata da due testimoni, e fornì un alibi ottenendo il proscioglimento, annullato solo qualche mese fa dalla giudice Francesca Zavaglia grazie a nuovi elementi raccolti.



Tra questi, il fotogramma che compare in un filmato amatoriale Super 8 girato da un turista tedesco negli attimi immediatamente precedenti alla strage, recuperato nell’archivio di Stato dagli avvocati dei familiari delle vittime, Andrea Speranzoni, Giuseppe Giampaolo, Nicola Brigida e Roberto Nasci, che lo hanno poi depositato alla procura generale.

Il turista filmò dal treno l’arrivo in stazione sul primo binario, alle ore 10.13, 12 minuti prima dello scoppio. E riprese anche quell’uomo che, per la ex moglie, è proprio Paolo Bellini.

LA STRAGE DI BOLOGNA E LA TRATTATIVA STATO-MAFIA

Il secondo elemento che mette nei guai Paolo Bellini per la strage alla stazione di Bologna è un’intercettazione ambientale del 1996: Carlo Maria Maggi, ex capo di Ordine Nuovo, condannato per la strage di Brescia e ora deceduto, parlando con il figlio disse di essere a conoscenza della riconducibilità della strage di Bologna alla banda Fioravanti e che all’evento partecipò un “aviere“, che portò la bomba. Bellini era conosciuto nell’ambiente dell’estrema destra per la passione per il volo, tanto che conseguì il brevetto da pilota.

Oggi 66enne, fuggito in Brasile con il nome di Roberto Da Silva, Paolo Bellini nel 1999 finisce in manette e decide di collaborare con la magistratura, confessando una decina di omicidi e collaborando alle indagini sulla trattativa Stato-mafia. Per la procura di Palermo, Bellini si trovava a Enna quando Totò Riina ordinò agli altri boss mafiosi di rivendicare omicidi e stragi commessi dal 1992 in poi con l’oscura sigla della Falange Armata.

Proprio il processo sulla trattativa Stato-mafia ha confermato almeno in primo grado la sussistenza di rapporti tra Bellini e Sergio Picciafuoco, definitivamente assolto dal delitto di partecipazione alla strage, ma certamente presente alla stazione di Bologna la mattina della strage. Ulteriore elemento che accredita sempre più la probabilità che Paolo Bellini abbia partecipato alla strage di Bologna.