Mancavano le minime misure di sicurezza, non era neanche un locale per concerti vero e proprio, i biglietti sono stati venduti con l’inganno come se fosse una festa scolastica stampandoci sopra, a loro insaputa, i simboli delle principali scuole della zona. E’ così che si è arrivati alla strage di Corinaldo, dove sono morti cinque ragazzini tra i 14 e i 17 anni e una mamma di 39 anni. Schiacciati nella calca della fuga di massa di centinaia di spettatori alla Lanterna Azzurra, la fatiscente discoteca di Corinaldo in realtà un magazzino. Domani saranno otto mesi dalla tragedia, la magistratura ancora indaga e le famiglie piangono i loro morti: Benedetta Vitali, 15 anni, non c’è più. Uccisa e travolta dalla calca, insieme a Emma, Asia, Daniele, Mattia, 14, 15, 16, 17 anni, e poi Eleonora, che ne aveva 39, giovane mamma. Su Repubblica online la terribile testimonianza dei familiari di Benedetta, con la paura di non ricevere mai giustizia: “Sapete qual è oggi la nostra paura? Essere dimenticati. Senza aver avuto giustizia per Benedetta. Mentre chi ha causato la sua morte è a piede libero. E magari sta organizzando altre feste per adolescenti, in magazzini fatiscenti come la discoteca di Corinaldo”. Dicono che non hanno ricevuto risarcimenti, aiuto psicologico come promesso, niente, abbandonati da tutti e da tutto, stato compreso.
LE STELLINE DI SFERA EBBASTA
Benedetta è morta a 15 anni di età. Doveva esibirsi Sfera Ebbasta che non si è mai presentato al concerto, qualche idiota nel locale stipato all’inverosimile spruzza spray al peperoncino e la gente scappa, le balaustre crollano, i ragazzi cadono uno sopra l’altro, si schiacciano, si soffocano, sette finiscono in coma, sei muoiono, centinaia i feriti. Chiede la madre: “Benny era felice quella sera, di Sfera le importava poco, voleva divertirsi con le amiche. Qualcuno, forse, ha spruzzato il peperoncino: ma se le uscite fossero state aperte, se fosse stato un locale sicuro, i ragazzi ed Eleonora sarebbero vivi. Chi pagherà davvero per la vita dei nostri figli?”. Sfera Ebbasta si è tatuato sei stelle in fronte per ricordare le vittime, ma non ha mai detto nulla della tragedia. E adesso va a fare il giudice di X Factor: con che coraggio? “No, non guarderò “X Factor”. Per rispetto a mia sorella e a Mattia, Daniele, Eleonora, Asia, Emma. È vero, Sfera si è tatuato sulla fronte sei stelline, per ricordare i nostri morti. Ma sono convinto che se gli chiedessi i loro nomi, non se ne ricorderebbe nemmeno uno” dice il fratello di Benedetta. Nessuno dovrebbe guardarlo.