La strage di cristiani, datata 2008 e verificatasi in India, nel distretto del Kandhamal, in Orissa, rimarrà quasi totalmente impunita. Come riferisce il portale “AsiaNews”, la Corte suprema dell’India ha assolto più di 3700 imputati dall’accusa di “violenza settaria”. “La decisione del supremo organo giudiziario – si legge sul portale – è stata diffusa il 25 gennaio, insieme ai dati del governo locale sullo stato delle indagini su una delle pagine più buie della storia indiana”. I numeri delle atrocità? Nel complesso, almeno 6.594 persone sono state arrestate o si sono arrese. Il dipartimento dell’Interno dell’Orissa ha registrato 827 episodi di violenza religiosa nel distretto di Kandhamal, relativi a 512 casi. “Altri 342 procedimenti – racconta AsiaNews – sono stati annullati e 79 sono terminati con la condanna degli imputati. E ancora: 263 processi hanno portato ad assoluzione; altri 170 sono tutt’ora pendenti in attesa di giudizio. Il governo statale ha sottoposto alla Corte anche 315 casi ammessi grazie alla denuncia delle vittime”. Una decisione che ha lasciato senza parole monsignor John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, che ha espresso “grande tristezza, perché non è stata fatta giustizia. Abbiamo sempre sperato e pregato per la giustizia, perché i criminali fossero puniti e coloro che hanno sofferto potessero ottenere una ricompensa”.



STRAGE DI CRISTIANI: I NUMERI E LE REAZIONI DELLA CHIESA

In riferimento alle assoluzioni connesse al delicato caso della strage di cristiani in India, monsignor John Barwa sulle colonne di AsiaNews ha asserito: “Siamo profondamente insoddisfatti. Avevamo pregato i giudici di valutare con la massima attenzione i casi, al fine di evitare ciò che poi si è verificato: l’assoluzione degli imputati. Siamo molto tristi. Presenteremo di nuovo le petizioni per avere giustizia. Personalmente, non rinuncerò mai a lottare per il mio popolo, fino a quando anche l’ultimo dei cristiani avrà ottenuto giustizia. Prego e ringrazio tutti coloro che ci aiutano e che mantengono l’attenzione su di noi”. D’altro canto, i dati diffusi dalla Chiesa dipingono uno scenario grave, anzi, gravissimo per la locale comunità cristiana, con 120 morti, 56mila fedeli costretti a fuggire, ottomila abitazioni date alle fiamme o razziate, 300 chiese abbattute, 40 donne violentate e 12mila bambini obbligati ad abbandonare gli studi. Infine, come sottolinea ancora AsiaNews, fra gli sforzi della Chiesa vi è stato il rilascio su cauzione dopo 11 anni dei sette cristiani accusati dell’omicidio del guru indù. “Non ho ancora avuto la possibilità di incontrarli, perché ogni volta che sono andato nel Kandhamal avevo programmi fittissimi – ha affermato monsignor Barwa –. La prossima occasione sarà a febbraio, e già abbiamo fissato un incontro con le famiglie. Ad ogni modo, sono in contatto con loro e so che stanno bene. Sono molto felice per loro e al tempo stesso triste: com’è possibile che abbiano dovuto trascorrere così tanti anni in prigione?.

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