Nella scelta della Procura di Crotone di non rendere noti i nomi degli indagati nell’inchiesta sulla strage di Cutro non c’è alcuna “dietrologia”, spiega Libero. In tanti, infatti, avevano pensato che dietro la decisione potesse nascondersi il nome di qualche politico nel governo o di personalità di agenzie europee. Il procuratore Giuseppe Capoccia ha smentito le voci, spiegando che non ci sono né Giorgia Meloni né Matteo Salvini tra i sei indagati. “Sono in grado di fornire spiegazioni contrarie a quanto letto nel provvedimento di sequestro” ha invece dichiarato ieri all’Ansa l’avvocato Pasquale Carolei, legale del colonnello Alberto Lippolis, comandante del Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia. Il suo nome è tra quelli degli indagati per omicidio colposo e omissione di soccorso.
Lippolis, così come altri due due militari della Guardia di Finanza, è indagato dalla Procura calabrese: nei loro confronti è stato disposto questa settimana il sequestro dei cellulari. “È un’attività a riscontro di un “pensiero” della Procura che presumo e spero emerga da qualche dato significativo contenuto negli atti d’indagine e di cui io sconosco i termini” ha spiegato ancora l’avvocato Carolei. La Procura ha parlato di “significative anomalie” nel registro di bordo della vedetta 5006 della Guardia di Finanza, uno dei due mezzi protagonisti delle operazioni precedenti al naufragio.
Nessuna responsabilità del governo
“Le responsabilità di Frontex e delle autorità italiane nella strage di Cutro erano evidenti fin dall’inizio. Le abbiamo denunciate da subito, al di là della verità giudiziaria che stabilirà la magistratura. Le indagini sembrano andare proprio nella direzione da noi indicata: le autorità non potevano non sapere e hanno deciso di adottare misure di controllo anziché di salvataggio” aveva spiegato ieri Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci nazionale. Dunque, a detta dell’esponente Arci, sarebbe del governo di centro-destra la maggior responsabilità nella strage di Cutro: per i PM però la situazione sarebbe differente.
All’Adnkronos, Francesco Verri, legale che rappresenta alcuni dei familiari della strage di Cutro, ha dichiarato: “Quella notte, lo Stato ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Tutto. E noi avevamo visto giusto fin dal principio. Adesso, finalmente, le cose iniziano a essere più chiare e le responsabilità stanno venendo a galla”. Nella tragedia sono morte oltre 90 persone, tra cui 35 minori. La Procura di Crotone, guidata dal Procuratore Giuseppe Capoccia, ha iscritto nel registro degli indagati sei persone, tra cui tre finanzieri: non ci sarebbero però autorità del governo.