Se Rosa e Olindo fossero innocenti, chi potrebbe aver commesso la strage di Erba? È una domanda trasversale che occupa la narrazione di innocentisti e colpevolisti da ormai 17 anni, da quell’11 dicembre 2006 in cui nella corte di via Diaz si consumò il massacro costato la vita a quattro persone tra le quali un bimbo di appena 2 anni. Da una parte la pista alternativa della difesa di Rosa Bazzi e Olindo Romano, secondo cui l’inchiesta, all’epoca, non esplorò in modo puntuale e attento l’ipotesi di un regolamento di conti tra bande di tunisini e marocchini per la piazza di spaccio nel centro in provincia di Como, dall’altra la granitica certezza di una sentenza passata in giudicato che ha condannato definitivamente i coniugi all’ergastolo: soltanto loro avrebbero avuto un movente per uccidere Raffaella Castagna, la vicina di casa “rumorosa” e sfrontata, il figlioletto Youssef Marzouk, la madre di lei, Paola Galli, e un’altra residente del “palazzo del ghiaccio”, Valeria Cherubini, scomoda testimone insieme al marito Mario Frigerio unico sopravvissuto, per miracolo, a una mattanza senza precedenti.
È anche la domanda centrale della nuova puntata de Le Iene presentano: Inside, condotta da Antonino Monteleone il 14 dicembre 2023 in prima serata su Italia 1 e dedicata interamente agli scenari alternativi al di là dei Romano-Bazzi: se la coppia fosse vittima di un clamoroso errore giudiziario, come sostenuto da ben tre istanze di revisione del processo attualmente al vaglio della Corte d’Appello di Brescia (in ordine cronologico quella firmata dal sostituto pg di Milano, Cuno Tarfusser, quella del tutore dei coniugi, Diego Soddu, e quella depositata recentemente dal collegio difensivo), chi è il responsabile della strage di Erba?
Da Azouz Marzouk al supertestimone ignorato Abdi Kais, il filo rosso che scriverebbe un’altra storia sulla strage di Erba
Il movente della strage di Erba, secondo l’accusa a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano, è da rintracciare nei profondi attriti di vicinato con la coppia composta dal tunisino Azouz Marzouk e dalla moglie, Raffaella Castagna. Un movente troppo debole, secondo la difesa, per spiegare l’atrocità di un massacro senza precedenti e organizzato nei minimi dettagli. Un motivo più che solido, per l’accusa, al punto da spingere la coppia a macchiarsi di uno dei crimini più feroci della nostra storia. L’11 dicembre 2006, i coniugi sarebbero entrati in azione e avrebbero lavato con il sangue – compreso quello di chi non aveva niente a che fare con le loro liti condominiali – anni di tensioni e dispetti dentro quel palazzo trasformandolo in un inferno di fuoco e orrore e liberandosi, una volta per tutte, del “problema”.
Secondo la difesa di Rosa e Olindo, però, la strage di Erba sarebbe tutta un’altra storia rispetto a quanto cristallizzato nella condanna definitiva a loro carico. Il movente del massacro andrebbe ricercato altrove, precisamente nella “guerra” per la piazza di spaccio di stupefacenti tra gruppi di tunisini e marocchini. Una storia che, per i legali dei due condannati, troverebbe nel racconto di un testimone chiave, il tunisino Abdi Kais che all’epoca dei fatti risultava avere la residenza a casa di Azouz Marzouk, una pista concreta da battere per dimostrare la loro innocenza. Tra gli argomenti della richiesta di revisione del processo presentata dalla difesa c’è proprio quanto sostenuto da Abdi Kais, mai sentito dagli inquirenti e ascoltato in sede di indagini difensive dal collegio che assiste i Romano-Bazzi. Kais ha parlato di un possibile scenario alternativo riferendosi all’ipotesi di una vendetta per questioni di droga dietro la strage di Erba.
Secondo il suo racconto, la corte di via Diaz sarebbe stata un polo nevralgico per lo spaccio e all’epoca dei fatti, nel 2006, sarebbe stata in corso un’aspra rivalità, poi sfociata in aggressioni all’arma bianca, tra alcuni tunisini vicini ad Azouz Marzouk e un gruppo di marocchini per il controllo del traffico di stupefacenti tra Erba e Merone. Qualche mese prima del massacro, secondo il testimone sarebbe successo qualcosa di grave che, a suo dire, potrebbe essere strettamente collegato alla strage di Erba: “Abbiamo avuto dei problemi relativi agli stupefacenti con dei marocchini che ci hanno accoltellati, a me, al fratello di Azouz e due cugini. Si sono anche presentati sotto l’abitazione del fratello di Azouz Marzouk con i coltelli e volevano salire di sopra. Ovvio che la pista della droga doveva essere battuta per prima per via del rapporto nostro anche con altre etnie che si occupavano di spaccio all’interno di Erba (…). Quando ho appreso della strage dalla tv, ho pensato ‘I ragazzi hanno fatto qualche casino con quei marocchini’. È impossibile che il signor Olindo e la signora Rosa, che io conosco benissimo, da un giorno all’altro si trasformano in assassini arrivando a compiere un massacro di cui ancora oggi si parla“.