Il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser aspetta “sereno” l’esito della valutazione sull’ammissibilità della sua istanza di revisione del processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, la coppia all’ergastolo per la strage di Erba in carcere dal 2007 e condannata in via definitiva nel 2011 per il massacro che si consumò nella corte di via Diaz la sera dell’11 dicembre 2006. Una carneficina in cui persero la vita Raffaella Castagna, il figlio di 2 anni, Youssef Marzouk, la nonna materna del piccolo, Paola Galli, e la vicina di casa Valeria Cherubini. Unico sopravvissuto Mario Frigerio, marito di quest’ultima, diventato poi testimone chiave dell’accusa contro i coniugi. Per la difesa, i killer spietati e organizzati – al punto da non lasciare alcuna traccia di sé sulla scena del crimine né portarsene dietro alcuna nelle proprie pertinenze – non sono i Romano-Bazzi. Non solo: secondo il pool che assiste la coppia, per tutta una serie di evidenze cristallizzate nella terza istanza di revisione (depositata poche settimane fa dai legali dopo quella di Tarfusser e quella del tutore dei due detenuti, Diego Soddu), Olindo e Rosa non possono essere gli assassini.



A vagliare l’ammissibilità delle tre richieste di riapertura del caso sarà la Corte d’Appello di Brescia, dove poche ore fa è stato avviato l’iter che porterà a decidere se ci sono margini per accogliere quanto sottoposto ai giudici da Tarfusser, da Soddu e dalla difesa dei coniugi. Il primo passo è stato l’unificazione delle istanze in unico procedimento, avendo ad oggetto la medesima richiesta, e secondo quanto riporta Il Giorno il relatore sarebbe il giudice Ilaria Sanesi, che fu a latere in Assise a Bergamo nel primo grado del processo a carico di Massimo Bossetti. La sua relazione sarà presentata al collegio chiamato a stabilire se l’istanza di revisione sia ammissibile alla discussione.



Tarfusser sulla richiesta di revisione del processo per la strage di Erba: “Non sono impazzito, aspetto sereno…”

Il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser che per primo, anticipando clamorosamente la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, ha presentato istanza di revisione del processo per la strage di Erba ritenendoli estranei al massacro e vittime di un errore giudiziario, è intervenuto pochi giorni fa durante la presentazione del libro di Antonino Monteleone e Francesco Priano sul caso e ha ribadito di aver agito nel pieno rispetto della legge e della sua coscienza di magistrato al servizio della giustizia.



Tarfusser, che per aver “scavalcato” le gerarchie dell’ufficio della Procura generale del capoluogo lombardo con il suo atto, depositato nei mesi scorsi, dovrà subire un procedimento disciplinare dal prossimo febbraio, si è detto convinto di aver fatto il proprio dovere e di non temere alcuna ripercussione sul proprio ruolo. “Non sono impazzito – ha dichiarato davanti al pubblico in sala –, no perché all’inizio sembrava ‘è uno matto’, non ho violato nessun regolamento da nessuna parte. Aspetto sereno sia l’esito dell’uno sia l’esito di quello che mi riguarda più specificamente“. Secondo Tarfusser, Olindo e Rosa potrebbero essere davvero innocenti e potrebbero essere stati “eletti” a perfetti colpevoli nel tessuto di un contesto investigativo “malato” e viziato da clamorosi quanto inquietanti errori e/o omissioni. “Le prove non reggono per mantenere in piedi questa condanna – aveva già detto ai microfoni di Tv7 su Rai 1 lo scorso ottobre -. Si possono commettere degli errori, però si devono ammettere. Se si cerca di coprirli prima o poi saltano fuori (…). Se non avessi fatto la richiesta di revisione, io non potrei più dormire, non sarei più sereno con me stesso e con la mia deontologia“. I difensori dei Romano-Bazzi, gli avvocati Fabio Schembri, Nico D’Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello, confidano nel ribaltamento della storia e sono certi di aver documentato, con numerose consulenze di esperti in varie discipline, l’innocenza della coppia. Lo sguardo ora è rivolto a Brescia, dove si gioca la fase cruciale di questa nuova “partita” nella vicenda.