La strage di Erba e la condanna in via definitiva inflitta ai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi continuano a far discutere nonostante la conclusione del processo che ha condotto la coppia dietro le sbarre quale autrice del massacro. Secondo la criminologa Roberta Bruzzone, la testimonianza chiave di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla carneficina della corte di via Diaz dell’11 dicembre 2006, presenterebbe molte criticità. Su tutte, un elemento che avrebbe dovuto indirizzare, a suo dire, verso un’altra pista rispetto a quella degli assassini “della porta accanto”: Frigerio, ha dichiarato Bruzzone in un approfondimento sul caso sul suo canale YouTube, “era lucido quando disse di non conoscere l’assassino” durante il dialogo con il pm, in ospedale, 4 giorni dopo i fatti. Dal 15 dicembre 2006, giorno in cui disse di essere stato aggredito da qualcuno che non era del posto, al 20 dicembre seguente, il suo ricordo della scena sarebbe stato lo stesso e il nome di Romano non sarebbe mai emerso dal suo racconto.
Nella sua prima descrizione dell’aggressore, che lo avrebbe colpito con un taglio alla gola sul pianerottolo davanti all’appartamento dei Castagna-Marzouk, l’uomo restituì un profilo antitetico a quello di Olindo Romano, il vicino di casa poi condannato all’ergastolo insieme alla moglie per la strage di Erba. Prima del 20 dicembre, giorno in cui fu interrogato dal luogotenente Gallorini, ha spiegato la criminologa, Frigerio “non ha mai parlato di Olindo” avendo invece “chiaro il ricordo di un soggetto a lui sconosciuto, olivastro e con tanti capelli, corti e neri, abbastanza grosso e forte come un toro“.
Strage di Erba, Roberta Bruzzone sulla testimonianza di Frigerio: “Non ha mai parlato genuinamente di Olindo”
Nel corso del suo appuntamento sui grandi casi di cronaca nera nel suo canale YouTube, Roberta Bruzzone ha trattato la questione della testimonianza di Mario Frigerio che, inizialmente, non avrebbe riconosciuto in Olindo Romano l’identità del suo aggressore per i fatti relativi alla strage di Erba. “C’è una prima descrizione di Frigerio del 15 dicembre (2006, ndr) – ha spiegato la criminologa -, e non ci sono elementi di confabulazione e di confusione, certamente una persona sofferente, ma lucida, estremamente lucida, in cui lui parla di un uomo forte come un toro, dalla carnagione olivastra, tanti capelli neri e rasati, occhi neri e corporatura grossa. Frigerio non sa dire se si tratti di un italiano o uno straniero perché con lui l’aggressore non ha parlato, altra circostanza che depone per un ricordo estremamente preciso. Frigerio si mostra sicuro di un passaggio: chi l’ha aggredito non era di lì, non l’ha mai visto prima“.
La criminologa Bruzzone ha ripercorso così le tappe della testimonianza di Mario Frigerio che, il 20 dicembre seguente, rendendo dichiarazioni al luogotenente Gallorini 5 giorni dopo il primo dialogo con il pm Pizzotti in ospedale, avrebbe “cambiato” soltanto un elemento del suo racconto: è a quel punto che, nel ricordo dell’uomo, avrebbe fatto irruzione il nome di Olindo Romano. Secondo Roberta Bruzzone, questo elemento sarebbe stato introdotto proprio dalle domande di Gallorini che, per primo, avrebbe citato il nome del vicino di casa chiedendo a Mario Frigerio se sarebbe stato in grado di riconoscerlo qualora fosse stato lui ad aggredirlo. “Frigerio è un testimone particolare – ha spiegato Bruzzone –, tra i cosiddetti ‘testimoni vittime’. Chi ha questo tipo di veste deve essere trattato con ernome attenzione e cautela e bisogna evitare di introdurre domande suggestive, domande che in qualche modo hanno in sé già il germe della possibile risposta e potrebbero modificare, manipolare il ricordo genuino del soggetto“. Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati ritenuti responsabili della strage di Erba e scontano l’ergastolo in via definitiva. A pesare sulla loro sorte giudiziaria anche la confessione del massacro, poi ritrattata. La coppia oggi continua a dirsi innocente e confida in una eventuale revisione del processo per cui l’istanza, secondo quanto riferito pochi giorni fa dall’avvocato difensore Fabio Schembri, potrebbe essere depositata già entro il prossimo febbraio.