L’iter per la revisione del processo a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba è iniziato nel 2023 con le richieste presentate dal sostituto pg di Milano, Cuno Tarfusser, dal tutore della coppia condannata all’ergastolo per il massacro del 2006, avvocato Diego Soddu, e dalla difesa rappresentata dai legali Nico D’Ascola, Fabio Schembri, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello.
La Corte d’appello di Brescia, competente a decidere se riportare il caso in discussione in un’aula di tribunale – dopo la sentenza passata in giudicato nel 2011 – ha inizialmente dichiarato ammissibili le istanze aprendo a una udienza predibattimentale fissata al 1° marzo scorso e seguita da altre due, concluse però in un repentino dietrofront. Secondo i giudici bresciani, non c’è margine di ammissibilità e i coniugi restano al fine pena mai. Nessuna delle nuove prove depositate dal collegio difensivo è stata ritenuta capace di ribaltare le condanne e di portare all’assoluzione, ma in realtà nel merito di quegli elementi non si è mai entrati davvero. Non sono state esaminate le consulenze né sono stati sentiti i testimoni che per i legali di Olindo e Rosa, invece, riscriverebbero la storia della mattanza escludendoli da ogni responsabilità. Per la Corte d’appello bresciana, nessun elemento avrebbe potuto cambiare le sorti dei due condannati.
Strage di Erba, cosa succede dopo il no alla revisione del processo per Olindo e Rosa
“È stata emessa una sentenza, quindi è ricorribile in Cassazione. Aspettiamo le motivazioni e faremo ricorso. Resta il nostro fermo convincimento sull’innocenza di Rosa Bazzi e Olindo Romano“. Sono alcune delle parole spese dall’avvocato Fabio Schembri a margine della decisione della Corte d’appello di Brescia che, l’11 luglio 2024, ha rigettato l’istanza di revisione del processo sulla strage di Erba confermando così l’ergastolo a carico dei coniugi.
Il legale, storico difensore di Romano, ha sottolineato cosa succede dopo il no ad un nuovo dibattimento annunciando quindi di voler comunque proseguire nella battaglia della difesa per arrivare al proscioglimento della coppia. “Il nostro convincimento – ha dichiarato ancora Schembri – è anche che questa sentenza, da un punto di vista tecnico, come tipologia di provvedimento è molto ma molto discutibile. La sentenza giunge quando vengono assunte le prove e si sentono i testimoni, cosa che in questo caso non è stata fatta. Riteniamo che ci sia un vizio di legittimità che faremo valere“.
Strage di Erba, le parole di Azouz Marzouk dopo il rigetto dell’istanza di Olindo e Rosa per la revisione del processo
La vicenda giudiziaria sfociata nella condanna definitiva a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi, emessa nel 2011, ha visto due “fazioni” opposte davanti alla ricostruzione cristallizzata in giudicato. Da una parte, i parenti di Raffaella Castagna, Paola Galli, Youssef Marzouk (Pietro e Beppe Castagna, prima ancora il loro padre Carlo oggi defunto), insieme ai figli di Mario Frigerio e Valeria Cherubini (Elena e Andrea), tutti convinti che la sentenza abbia consegnato alla giustizia i colpevoli della strage di Erba; dall’altra, clamorosamente, il marito e padre di due delle vittime, Azouz Marzouk, sposato con la Castagna e con lei genitore del piccolo assassinato quella notte del 2006, da sempre sicuro dell’innocenza dei vicini di casa Olindo e Rosa.
Per primo chiese di riaprire il caso anni fa, sicuro che gli autori del massacro non siano i due che scontano il fine pena mai dal 2007. Una posizione che Marzouk ha ribadito più volte davanti alle telecamere, così come ha fatto a seguito della decisione della Corte d’appello di Brescia contro la revisione del processo: “Giustizia non è stata fatta, in carcere ci sono due innocenti. Io resto convinto che non siano stati loro. Finché non verranno riaperte davvero le indagini, resto della mia idea. La mia famiglia è stata sterminata da un professionista“.