La sentenza della Corte d’Appello di Brescia ha fatto calare il sipario sulla strage di Erba, con il rigetto delle istanze di revisione del processo avanzate dal sostituto pg di Milano, Cuno Tarfusser, e dalla difesa dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi. Secondo i giudici, le richieste sono inammissibili e ora il pool di legali che assiste la coppia attenderà le motivazioni per poi proporre ricorso per Cassazione.



Nel frattempo, a margine della decisione che ha demolito le speranze dei due condannati sono arrivate le reazioni a caldo delle famiglie delle vittime, dai fratelli Castagna, che nel massacro persero la sorella Raffaella e il nipoitino Youssef Marzouk, alla figlia di Mario Frigerio, Elena, che ha parlato per la prima volta in una intervista al Corriere della Sera per dire la sua sull’ultimo atto della vicenda giudiziaria appena concluso. Nella mattanza, Elena Frigerio perse sua madre, Valeria Cherubini, e suo padre sopravvisse per miracolo alla strage di Erba grazie ad una malformazione alla carotide che impedì al fendente alla gola inferto dall’assassino, altrimenti fatale, di ucciderlo.



Le parole della figlia di Mario Frigerio dopo la sentenza che ha respinto la revisione del processo sulla strage di Erba

Sono ore roventi sul fronte delle reazioni al rigetto dell’istanza di revisione del processo sulla strage di Erba, dopo che il collegio di Brescia ha detto no ad un nuovo dibattimento e ha confermato l’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi. Un esito che ha deluso profondamente la difesa e lo stesso Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef entrambi uccisi quella terribile notte dell’11 dicembre 2006 nella “palazzina del ghiaccio” di via Diaz.



Di segno opposto la reazione dei familiari di Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto alla strage di Erba (oggi deceduto) che riconobbe in Olindo Romano il suo aggressore finendo per diventare il testimone chiave dell’accusa nei tre gradi di giudizio sfociati nel fine pena mai a carico della coppia. La figlia, Elena, non ha dubbi: quanto stabilito dalla Corte d’Appello di Brescia poche ore fa conferma “la verità già accertata”. “Siamo contentissimi – le sue parole al Corriere, ora i nostri genitori possono riposare in pace ed è tempo che cali il silenzio“. Per i quasi 18 anni trascorsi dai fatti, Elena Frigerio e suo fratello Andrea non hanno mai parlato pubblicamente – se non nelle aule di giustizia, all’epoca del processo che portò alle condanne dei coniugi – e ora si sente “liberata di un grande peso, un grande pensiero” che era quello di potersi trovare a rivivere l’atroce dolore in sede di un nuovo dibattimento. “Avevamo il timore, anche se sappiamo che la verità è una, eravamo fiduciosi ma nello stesso tempo c’era un po’ di paura. Siamo contenti, mio padre era una persona seria, corretta e onesta. Parlava poco – ha proseguito Elena Frigerio –, lo faceva giusto quando era necessario. Non ha mai perso la memoria, non era assolutamente alterata (come invece sostenuto dalla difesa dei Romano-Bazzi, ndr). Sono felice soprattutto per il mio papà, meritava che venisse presa questa decisione“.