Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime della strage di Erba, Raffaella Castagna e il piccolo Youssef Marzouk, condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione per diffamazione ai danni dei fratelli della moglie, Pietro e Giuseppe Castagna, che dovrà risarcire per una cifra complessiva di 70mila euro (35mila euro ciascuno). È quanto emerge, riporta Lombardia Nera, all’esito del giudizio a carico del tunisino davanti al giudice monocratico di Como, Veronica Dal Pozzo, con sentenza arrivata poche ore fa. I fratelli di Raffaella Castagna, già fortemente provati dalla perdita di tre familiari nella strage di Erba (nel massacro perse la vita anche la madre, Paola Galli), si sarebbero trovati anche a fare i conti, come sostenuto dai loro legali Massimo Campa e Daniela Spandri – tesi accolta poi dal giudice -, con le insinuazioni di Marzouk, in una intervista, circa un presunto interesse economico dei parenti dietro l’orrore consumato nella corte di via Diaz l’11 dicembre 2006.



Per la strage di Erba (in cui morì anche Valeria Cherubini e rimase gravemente ferito il marito, Mario Frigerio), in carcere con una condanna definitiva all’ergastolo si trovano i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, all’epoca vicini di casa di Azouz Marzouk e Raffaella Castagna. Adnkronos riporta un passaggio della tesi dei legali dei fratelli Castagna nel processo per diffamazione a carico di Marzouk, secondo cui nelle dichiarazioni rese online dal tunisino “non vi è dubbio che il dito venga puntato – in maniera molto chiara – contro la famiglia Castagna, e quindi Pietro e Giuseppe Castagna, fratelli, figli e zii delle vittime del brutale omicidio. Non vi è dubbio che l’accusa del più grave dei delitti sia idonea a determinare il delitto di diffamazione“.



L’avvocato di Azouz Marzouk dopo la condanna per diffamazione nel caso strage di Erba: “Intervista sciagurata”

I fratelli di Raffaella Castagna, Pietro e Giuseppe, hanno mantenuto il massimo riserbo senza rilasciare commenti a margine della condanna di Azouz Marzouk per il reato di diffamazione nei loro confronti. La loro famiglia è stata distrutta nella strage di Erba, l’11 dicembre 2006, quando Olindo Romano e Rosa Bazzi, secondo i tre gradi di giudizio nel processo sul massacro, avrebbero ucciso brutalmente la sorella, il nipotino e la madre, oltre a un’altra vicina di Marzouk, Valeria Cherubini. A inchiodare i coniugi Romano-Bazzi alle loro responsabilità nella mattanza furono le loro confessioni (poi ritrattate, ma ritenute attendibili dai giudici) e la testimonianza chiave dellunico superstite, Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini che, sebbene attinto alla gola da una coltellata, si salvò grazie ad una malformazione alla carotide.



L’avvocato di Azouz Marzouk, Luca D’Auria, raggiunto dai microfoni di Lombardia Nera dopo la sentenza con cui il suo assistito è stato condannato per diffamazione, ha commentato così la vicenda collaterale scaturita dalla denuncia dei fratelli Castagna per le dichiarazioni che Marzouk rilasciò nel 2019 (in cui avanzava l’ipotesi di presunti interessi familiari sull‘eredità): “La sua intervista è sciagurata – ha sottolineato il legale parlando delle parole del suo assistito che lo hanno portato a processo –, è una cosa che io gli ho sempre detto e l’ho ribadito anche durante l’arringa difensiva“. Il giudice ora ha condannato Marzouk per quelle parole e dovrà pagare con un risarcimento ai fratelli di Raffaella Castagna stabilito in 70mila euro complessivi. Tutto questo accade a pochi passi dal deposito dellistanza di revisione del processo con cui la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, dichiaratisi innocenti dopo aver ritrattato le loro confessioni, spera di arrivare a una riapertura del caso.